R. maidis può essere ritrovato negli ambienti italiani sia nella forma alata che attera (prova di ali). Gli individui alati, della lunghezza di 2,5-2,7 mm, hanno capo e protorace nerastri con addome di colore verde, in alcuni casi tendente al verde-bluastro. Antenne, sifoni e codicola sono di colore nerastro. Il tegumento dell'addome e del torate è reticolato. Sono caratterizzati da antenne molto corte, con processo terminale ( o guglia) dell'ultimo antennomero lungo circa 1,7-2,5 volte la parte basale; sensili secondari presenti in numero di circa 26 sul terzo antennomero, 10 sul quarto e da 0 a 5 sul quinto. Sifoni leggermente inspessiti e livello mediano, svasati ed embricati, con area perisifonale di colore rugginoso. Codicola fornita di 5 peli.
Gli individui privi di ali, della lunghezza di 2 mm, sono di forma ovale e visibilmente allungata, di colore bruno e impolverata di cera, con antenne, sifoni, area perisifonale, codicola e zampe brunastre. Le antenne sono corte, di lunghezza inferiore alla metà del corpo, con la parte terminale lunga 2,5 volte la base dell'ultimo antennomero.
L'insetto svolge, per quanto è dato conoscere, un solo anolociclo sulle colture graminacce, portato avanti da continue generazioni partenogenetiche, con svernamento a carico di pochi individui atteri sugli ospiti erbacei. Gli individui alati sono capaci di eseguire lunghi voli migratori, raggiungendo anche regioni fredde. In questi ambienti l'afide non sopravvive ai rigori invernali in quanto manca di uno stadio adatto di conservazione come l'uovo durevole.
L'infestazione a carico di R. maidis avviene a carico delle foglie delle diverse piante ospiti, non portando alla comparsa di particolari alterazioni. La sua pericolosità è legata alla spiccata attitudine a veicolare il virus del giallume nanizzante dell'orzo, che trasmette in maniera persistente.
indipendentemente dalla coltura
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