Questo afide attacca preferibilmente il melo e il pero, ma lo si ritrova anche su altre pomacee (nespolo, cotogno, rosa, ecc.). Le forme adulte possono essere presenti come alata virginopara, attera virginopara e anfigonici. L’alata virginopara ha il capo e torace bruni con l’addome verde porro con una leggera macchiettatura nera sui lati, le antenne sono corte e brune; la lunghezza è di 3,2 mm circa. Le attere (senza ali) virginopare sono interamente verdi porro con sifoni e codicola neri (tutti presenti nella parte distale dell’addome) e hanno una lunghezza di 2,1 mm. Entrambi gli anfigonici, maschio e femmina, sono senza ali. Le uova sono ovali allungate di 0,6x0,3 mm di dimensione, sono verdi appena deposte per poi diventare nere.
L’afide sverna come uovo e a primavera con la schiusura delle gemme compaiono le fondatrici (femmine destinate a iniziare il ciclo), queste danno avvio alla loro discendenza; durante la stagione vegetativa si possono originare anche una ventina di generazioni di forme attere e alate. In autunno compaiono le sessupare che danno origine agli anfigonici, questi si accoppiano e le femmine depongono le uova durevoli destinate a svernare.
L’afide si posiziona nella pagina inferiore delle giovani foglie, situate sull’apice dei germogli, dove provoca dei leggeri accartocciamenti; può anche infestare i fiori e i frutticini appena allegati, specialmente quelli del pero. Alla ripresa vegetativa i germogli possono essere ricoperti di afidi e così non riescono a svilupparsi e a formare i rami. I danni sono importanti sulle piante giovani in quanto viene ostacolato l’accrescimento dei germogli, nelle piante in produzione invece si possono creare dei danni dovuti alla produzione di melata che imbratta la vegetazione e i frutti, con il conseguente sviluppo di melata.
indipendentemente dalla coltura
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