Afide verde del Pesco Myzus persicae

Classificazione: Insetti > Afidi

Afide di origine paleartica ad oggi diffuso in gran parte del globo. Sul territorio italiano è presente in tutti gli areali. Predilige, come ospite primario, il pesco; fra gli ospiti secondari possono essere annoverate circa 400 specie erbacee appartenenti a circa quaranta famiglie botaniche (patata, pomodoro, melanzana, peperone, tabacco, barbabietola, spinacio, cavoli, ravanello, lattughe e simili, crisantemo, cucurbitacee, leguminose, liliacee, geraniacee, ombrellifere, ecc.

Forma alata fondatrigenia di colore prevalentemente verdastro con capo, torace, sclerotizzazioni dell'addome e sifoni castani. Capo dotato di tubercolo frontale e di tubercoli antennali convergenti. Le antenne sono più lunghe del corpo; III antennomero 1/3 più lungo del IV e fornito di 10-15 sensilli secondari con contorno circolare; VI segmento con guglia lunga lunga 3-4 volte la parte basale. Addome con macchie marginali sui segmenti II, III e IV e posteriormente ai sifoni; la parte dorsale, dal III al IV urotergo è caratterizzata da un'ampia placca sclerificata; il disegno è completato da una macchia trasversale posta sul II segmento, mentre ciascuno degli uriti VII e VIII è quasi interamente  occupato da da una sclerotizzazione trasversale. Tubercoli marginali dal I al V urotergo e submediani sul VII e sull'VIII. Sifoni di colore castano, lunghi 1/3 più della codicola, subcilindrici, leggermente sfiancati nel mezzo e ingrossati nel terzo distale, con l'estremità flangiata. Codicola bruna, subtriangolare, fornita di 6 setole. A maturità, ali comprese, raggiunge una lunghezza di 3,5 mm. 

Forma attera fondatrigenia di colore verde, giallastro o rossastro, con tre linee dorsali più scure. Antenne sprovviste di sensilli secondari; III articolo lungo quasi il doppio del IV. Addome con tubercoli come nella forma alata, ma in numero irregolarmente ridotto. Sifoni subcilindrici, gradualmente e moderatamente assottigliati verso l'apice, di colore verde tranne la sola flangia distale che è nerastra. Codicola del medesimo colore del corpo. Dimensioni: 1,8-2 mm di lunghezza.

Attera virginopara esule di colore verde (soprattutto se vivente sulle brassicacee), oppure gialla o rossastra; tubercoli in numero ancor più ridotto o addirittura mancanti rispetto a quelli dell'attera fondatrigenia. Sifoni chiari, leggermente rigonfi nella zona distale.

Mascio alato, con antenne dotate di sensilli secondari in numero di circa una trentina sul III segmento, venti sul IV e 10-15 sul V.

Femmina anfigonica attera, di colore verde tranne la parte distale dei femori, delle tibie e dei tarsi; la tibie posteriori sono di colore bruno, fornite sul lato interno di una ventina di sensilli placoidei. Sifoni leggermente rigonfi su un lato all'altezza della porzione distale. Raggiunge la lunghezza di 1,5 mm.

Uovo durevole di colore verde subito dopo la deposizione, successivamente nero lucente, delle dimensioni di 0,6 x 0,3 mm.

 

Biologia

M. persicae svolge un olociclo eteroico fra pesco, ospite primario, e innumerevoli piante erbacee coltivate e spontanee.

Supera l'inverno allo stato di uovo durevole collocato sui rametti a frutto, all'ascella delle gemme, nelle scanalature della mensola gemmaria oppure fra la gemma e il rametto. La fondatrice fuoriesce precocemente, a fine febbraio, in concomitanza all'emissione delle punte verdi all'apice dei rametti a frutto o dei brindilli. La maturità è raggiunta in fioritura o alla caduta petali e, dopo circa 15-20 giorni, genera le prime fondatrigenie attere che si spostano sulla pagina inferiore delle foglie, senza cagionare accartocciamenti. Nel corso della primavera le colonie incrementano e i danni da esse provocati divengono sempre più evidenti con la comparsa di accartocciamenti fogliari, arresto dello sviluppo dei germogli, disseccamento e caduta delle foglie attaccate.

Su pesco M. persicae produce 2-3 generazioni di fondatrigenie; già alla seconda generazione compaiono forme alate migranti che si portano sugli ospiti secondari attraverso voli che possono coprire anche diverse decine di chilometri (sfruttando le correnti e i flussi ascensionali dell'aria). Sugli ospiti erbacei, fino alla stagione autunnale, hanno luogo diverse generazioni di virginogenie attere e alate. Nelle colonie, in autunno, si differenziano sessupare ginopare alate e andropare attere. 

Le sessupare ginopare alate raggiungono le piante di pesco localizzandosi lungo la nervatura della pagina superiore delle foglie per poi generare femmine anfigoniche attere. Le andropare attere danno invece vita a maschi che in un secondo tempo migrano sui peschi per fecondare le femmine anfigoniche. Queste, dai primi di ottobre a tutto novembre, depongono ciascuna da 6 a 8 uova durevoli portando a compimento l'olociclo.

Zone caratterizzate da inverni miti e ambiente favorevole, consentono all'afide di perpetuarsi anche per mezzo di virginopare che infestano gli ospiti secondari, soprattutto sulle brassicacee.

 

Danni causati

Su pesco le colonie di M. persicae infestano le foglie cagionandone l'accartocciamento, con conseguente ingiallimento e caduta prematura, arrestando così lo sviluppo dei germogli. Le cultivar di nettarine subiscono l'attacco anche sui giovani frutti, ostacolandone lo sviluppo e rendendoli deformi.

Sulle piante erbacee questi afidi infestano la pagina inferiore delle foglie, le ramificazioni fiorali e i fiori.

Su peperone le infestazioni fogliari deformano il lembo e interrompono l'accrescimento delle giovani piante. Su altri ospiti, come il tabacco, provocano afflosciamenti del lembo fogliare.

M. persicae, oltre che per i danni diretti, risulta pericoloso anche in ragione della sua attitudine come vettore di circa un centinaio di virus, che è in grado di trasmettere in maniera persistente e non, comprese importanti virosi di patata, della barbabietola, del tabacco, del pisello, del pomodoro e di numerose altre piante. La virulenza espressa dall'afide è legata al suo grado di infettività, destinata ad aumentare durante la stagione con massimo potenziale espresso dalle virginopare alate del secondo e dei successivi voli di colonizzazione (a causa delle maggiori probabilità di assumere i virus transitando sulle diverse essenze erbacee).

 

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