Insetto di origine europea con un'ampia area di diffusione: continente euroasiatico, Giappone, Africa del Nord e del Sud, continente americano, Australia, Nuova Zelanda, ecc. Spiccatamente polifago, è stato segnalato su latifoglie forestali ed arbustive (pioppo, betulla, frassino, nocciolo, bosso, ontano, quercia, salice, olmo, faggio ailanto, biancospino, rosa, ecc.), piante da frutto (ciliegio, melo, sorbo, castagno, olivo, noce, carrubo), vite, Abies e agrumi.
L. ulmi presenta femmine con corpo allungato e con massima larghezza del primo segmento
addominale, di colore bianco opaco (tranne il pigidio che risulta leggermente imbrunito). Ventralmente mostra un velo sericeo bianco quasi completo, con funzione protettiva, interrotto solo lungo la linea mediana, dorsalmente coperta da un follicolo mitiliforme, più larga nella parte cefalica, di colore bruno scuro lucente con esuvie marrone-rossastre. Le femmine del diaspino che vivono sul biancospino si presentano con follicolo bianco o biancastro (nella forma ulmi-candidus Newst).
L'uso di un microscopio evidenzia la presenza di mammelloni intersegmentali pleuro-addominali spiniformi, mammellone antennale dotato di due setole allungate e sottili, stigmi anteriori provvisti di 3-5 ghiandole peristigmatiche e quelli posteriori sprovvisti di ghiandole. Il pigidio è dotato di un primo paio di palette (L1), più larghe che lunghe con lati paralleli e margine apicale lievemente arcuato, di un secondo paio bilobo (L2) con un lobo interno più sviluppato ed uno esterno meno pronunciato, arrotondato al margine.
Su ciascuna metà del margine pigidiale si possono individuare 6 megapori; quelli centrali, in corrispondenza ai sementi sei e sette, sono gemellati. Nella parte dorsale dei segmenti prepigidiali e pigidiali sono presenti fasci, quasi longitudinali, di micropori composti di 25-35 elementi (assenti sul settimo segmento o ridotti a 2-3 submarginali) che giungono fino all'altezza dell'orifizio anale. L'apertura vulvare è contornata da 5 gruppi di ghiandole: uno centrale (21-27 pori) e due per parte composti rispettivamente di 11-15 e 17-24 ghiandole. Le femmine raggiungono 1,8-3,5 mm di lunghezza.
Follicolo maschile corto, 1,5-1,6 mm di lunghezza, con bordi quasi paralleli.
Questa cocciniglia è rappresentata da diverse razze biologiche appartenenti a due sottospecie: una partenogenetica (Mytilococcus ulmi-ulmi L.) e l'altra bisessuale (M. ulmi-bisexualis Thiem.). Sono caratterizzate da femmine morfologicamente identiche, ma che presentano una differente distribuzione geografica, diverse preferenze in materia di piante ospiti e loro parti e altrettanto diverso comportamento biologico. In Italia, la sottospecie M. ulmi-ulmi è la più diffusa, con particolare preferenza per le latifoglie forestali dei generi Ulmus, Salix, Populus, Sorbus, Fraxinus, Crataegus; fruttiferi come Malus, Pyrus, Prunus, ecc.; vite. Su questi ospiti si insedia comunemente sulla corteccia del tronco, del ceppo e dei rami. Compie due generazioni annue, con svernamento a carico delle uova riparate sotto il follicolo materno. Nell'America del nord è presente solo la specie partenogenetica. In territorio italiano la sottospecie M. ulmi-ulmi è la più comunemente ritrovabile, specialmente sulle latifoglie boschive come olmo, salice, pioppo, sorbo, frassino, Crataegus e su fruttiferi come melo, pero, susino e vite, sui quali infesta la carteccia del tronco, del ceppo e dei rami; l'altra sottospecie, più raramente, infesta quercia, nocciolo, betulla, faggio, bosso e abete. Compie due generazioni annuali, svernando come uova nascoste sotto il follicolo materno. Le femmine depongono una cinquantina circa di uova. Le neanidi hanno origine quasi simultaneamente alla fine di aprile - primi di maggio. Superato un breve periodo di mobilità, queste si fissano iniziando la costruzione del follicolo, raggiungendo poi lo stadio adulto dopo due mute. Le femmine, in luglio, depongono 60-70 uova dalle quali hanno origine, nella seconda metà di luglio, le neanidi. A fine settembre le femmine maturano deponendo poi le uova che supereranno l'inverno in diapausa.
I diaspini infestano la corteccia dei rami e del fusto. Su ciliegio può insediarsi, anche se poco frequentemente, su frutti e foglie. Su quercia i follicoli maschili, in numero elevato, possono essere ritrovati sulle foglie. Rispetto ad altri diaspini, L. ulmi risulta essere meno dannosa in quanto le piante meglio ne sopportano l'infestazione, anche di una certa entità. Nonostante questa premessa nei casi più gravi, ad esempio su pioppelle, si può arrivare al disseccamento di rami o addirittura di intere piante.
Durante la potatura rimuovere i rami maggiormente colpiti.
indipendentemente dalla coltura
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