Cocciniglia cornuta Parthenolecanium corni

Cocciniglia alquanto polifaga che infesta comunemente le drupacee e attacca nocciolo, vite, kaki, noce, ribes e anche melo; si può ritrovare anche su numerose specie ornamentali e forestali e addirittura su piante erbacee come il sedano e la soia.

Le femmine adulte misurano 4-5 mm di lunghezza e 3-4 mm di larghezza e sono di colore brunastro; i maschi appaiono solo saltuariamente, sono più piccoli, appena 2 mm, e con follicoli bianchicci-cinerei; al momento della riproduzione escono dal follicolo, sono di colore giallino e sono muniti di ali. 

Biologia

L’insetto sverna allo stadio di neanide di seconda età sulla corteccia dei rami e del tronco e alla fine dell’inverno raggiunge la maturità; al momento della ovodeposizione la femmina assume una forma molto convessa, come se si fosse rigonfiata, deponendo dalle 2000 alle 3000 uova sotto il suo corpo. Dopo circa 15-30 giorni nascono le forme giovanili che colonizzano nuove parti di pianta e verso fine luglio raggiungono la maturità. Vi è una seconda generazione che infesta le foglie per poi spostarsi sui rami e sul tronco per svernare. In totale compie due generazioni all’anno. 

Danni causati

Sulla vite infesta i tralci, i rami, il rachide del grappolo e si posiziona sulla pagina inferiore delle foglie. Con forti infestazioni può ricoprire rami e germogli provocando dei deperimenti accentuati fino ad arrivare alla morte di parti o dell’intera pianta.

Sia su vite che su altri fruttiferi provoca la comparsa di fumaggini a causa della produzione abbondante di melata che imbratta i frutti e le foglie; i deperimenti provocati dalle infestazioni rendono più facile l’attacco degli scolitidi. 

Interventi agronomici

Eseguire scortecciatura e/o spazzolatura dei ceppi dove è presente l’infestazione.