Cocciniglia pseudococcide polifaga che si può ritrovare su numerose piante tra cui vite e fico; su vite è la specie più frequente tra le diverse cocciniglie che infestano la coltura, definite tutte insieme 'Cocciniglie farinose della vite', insieme a Planococcus citri, Pseudococcus longispinus e Pseudococcus obscurus. P. ficus, come le altre cocciniglie farinose, è responsabile della trasmissione di due virosi della vite, l’accartocciamento fogliare e il legno riccio.
Le femmine adulte hanno una forma ovale con una lunghezza di 3-4 mm e una larghezza di 2-3 mm, l’aspetto è appiattito e soffice e attorno al corpo ha 18 brevi raggi cerosi, di cui gli ultimi due sono leggermente più lunghi; di colore grigio chiaro, sono distinguibili dei tagli perpendicolari alla lunghezza del corpo che conferiscono un aspetto segmentato. Al momento della deposizione delle uova la femmina crea un ovisacco ceroso di notevoli dimensioni rispetto al suo corpo; rompendo l’ovisacco è possibile vedere le uova che sono di colore paglierino chiaro. Il maschio adulto è più piccolo della femmina e misura circa 1 mm, ha una colorazione chiara con le ali che coprono tutto il corpo, antenne filiformi ben sviluppate e due “fili” bianchi nella zona posteriore del corpo che fuoriescono da sotto le ali. Le neanidi (forme giovanili) sono inizialmente gialline per poi tendere al rosa con l’avanzare dell'età.
La femmina sverna sotto le anfrattuosità della corteccia. Verso la fine di aprile le femmine formano l’ovisacco e dopo circa un mese le forme giovanili si spostano da esso per andare sui germogli; nel mese di luglio si forma la seconda generazione che si sposta lungo i germogli e all’interno dei grappoli. Verso fine agosto avviene la terza generazione che rimane nei grappoli e produce i maggiori danni. Verso fine settembre compare la quarta generazione, le cui femmine trascorreranno l’inverno. In totale compie 3-4 generazioni all’anno. L’insetto tende a vivere nelle zone più interne della vegetazione e si avvantaggia delle chiome particolarmente rigogliose.
I danni provocati sono diversi e sono costituiti dalla sottrazione di linfa, dall’abbondante produzione di melata che imbratta foglie e frutti, causando poi la formazione di fumaggini, e la trasmissione di virus (accartocciamento fogliare e legno riccio). I ceppi colpiti si indeboliscono e danno produzioni scarse, favorendo il collasso del rachide e la morte degli speroni; le foglie imbrattate dalla melata ingialliscono e cadono anticipatamente. Altra conseguenza dell'attacco del fitofago è rappresentata dal peggioramento delle caratteristiche organolettiche del vino: anche popolazioni non molto numerose possono favorire lo sviluppo di ocratossine.
Gli interventi agronomici preventivi consistono nella creazione di una chioma equilibrata che consenta un adeguato arieggiamento (evitare quindi abbondanti concimazioni azotate e adottare una gestione della vegetazione che eviti condizioni di eccessi di rigoglio vegetativo). Un intervento diretto contro la cocciniglia può essere lo spazzolamento dei ceppi laddove si manifestano le infestazioni.
indipendentemente dalla coltura
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