Cocciniglia estremamente polifaga che vive soprattutto a spese di olivo e agrumi ma attaccando numerose altre essenze, sia arboree che erbacee (oleandro, pittosporo, felce, ficus, albero di Giuda, evonimo, palma, mirto, lentisco, cycas, aralia, zucca, Carduus pycnocephalus, Carlina corimbosa, Scolymus hyspanicus, ecc.).
S. oleae è diffusa nelle regioni mediterranee, nei litorali della California e in altre aree del mondo.In Italia è presente in particolare in Meridione ma è facile ritrovarla anche negli areali centro-settentrionali (in condizioni particolarmente avverse può essere ritrovata in ambiente protetto).
Femmine adulte di colore grigio con macchie brune negli angoli anteriori delle carene ed infine nerastro dopo la deposizione delle uova. Il corpo, simile ad un mezzo grano di pepe, con dorso interessato da due carene trasversali e una longitudinale che formano un disegno a ‘croce di Lorena’. Dimensioni di 2,5-5,5 x 1,5-4 mm.
Le uova sono di forma ellittica, inizialmente di colore rosa, quindi bianco-giallastre una volta terminato lo sviluppo embrionale, delle dimensioni di 0,3 x 0,2 mm.
Neanidi di colore giallastro, dotate di antenne 6-articolate in quelle di I e II età e 7-articolate in quelle di III età, con presenza delle carenature dorsali già delle neanidi di II età. Dimensioni: 0,3 mm di lunghezza alla nascita e 1,5 mm le neanidi di III età.
Negli areali italiani S. oleae compie in genere una sola generazione annuale, anche se alcuni individui possono compierne due. L’inverno viene affrontato dalle neanidi di II e III età, con prevalenza delle une e delle altre in funzione dell’andamento climatico. Le neanidi, superato l’inverno, originano le femmine mature a partire dai primi di maggio. Queste, riproducendosi per partenogenesi, depongono un numero di uova variabile da 150 ad un massimo di 2500-3000. Il periodo di ovodeposizione può durare dai 15 ai 30 giorni, ma per le femmine più tardive può durare anche 60 giorni. Le maggiori deposizioni avvengono in giugno nelle regioni meridionali e verso metà luglio in quelle centrali. Le neanidi sgusciano dopo un periodo d’incubazione di 15-20 giorni o anche più secondo le condizioni ambientali, con le massime fuoriuscite fra la metà di luglio e la prima decade di agosto. Molte di queste muoiono una volta esposte alla calura estiva e ai venti cldi; anche piogge violente possono cagionare mortalità elevata. Gli individui sopravvissuti trovano rifugio sulla pagina inferiore delle foglie e, una volta compiute una o due mute, superano l’inverno al II o III stadio di sviluppo. Quelle nate precocemente in maggio-giugno riescono ad originare femmine giovani nell’arco dell’anno; esse svernano in questo stato, oppure dalle uova deposte da settembre a novembre nascono neanidi di seconda generazione. Le più precoci arrivano alla seconda età prima dell’arrivo del freddo e così superano l’inverno (le più tardive andranno invece perdute).
L’insetto compie la sua attività trofica su foglie, rami e rametti. Le piante colpite presentano deperimenti vegetativi associati anche a defogliazione, disseccamento dei rametti e fioritura stentata. Ne consegue una produzione scarsa e qualitativamente inferiore.
La melata prodotta dalla cocciniglia sviluppa una copiosa fumaggine che degenera in vere e proprie incrostazioni, che ostacolano l’attività fisiologica della vegetazione con conseguente effetto negativo sulla produzione. I maggiori danni si hanno a carico degli agrumeti e degli oliveti poco curati o interessati da eccessive concimazioni azotate.
Densità di impianto troppo elevate e mancanza di potatura impediscono l’ottimale circolazione dell’aria e della luce nella chioma, favorendo così lo sviluppo di S. oleae.
Il mantenimento di buone condizioni vegetative con opportune potature e appropriate somministrazioni azotate creano un ambiente poco favorevole allo sviluppo dell’avversità.
Nell’approccio integrato occorre prediligere sostanze attive che rispettino le popolazioni di antagonisti naturali di questa cocciniglia.
indipendentemente dalla coltura
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