Coleottero crisomelide (sottofamiglia Galerucinae) di origine americana che può arrecare gravi danni alle colture di mais se queste vengono ripetute per due o più anni di seguito sullo stesso appezzamento. Gli individui adulti sono di colore giallo-brunastra con dimensioni di 5-6 mm di lunghezza. La colorazione delle elitre (astuccio protettivo delle ali) aiuta a stabilire il sesso dell'insetto: i maschi presentano elitre scure con la parte caudale giallastra, mentre le femmine presentano tre strisce simmetriche scure su sfondo giallastro. Inoltre le antenne dei maschi sono più lunghe di quelle delle femmine. Le uova misurano circa 0,65 x 0,45 mm e sono generalmente di colore giallo pallido. Le larve mature, di 12–18 mm di lunghezza, sono grinzose, di colore biancastro con capo scuro e una placca bruna sulla parte superiore dell'ultimo segmento addominale. Prima di giungere a maturità attraversano tre stadi di sviluppo. Le pupe di D. virgifera virgifera sono di colore bianco.
Sverna sotto forma di uovo, deposto nel terreno ad una profondità di circa 15 cm, che schiude nel periodo luglio-agosto. La profondità è influenzata dalla tessitura del terreno, più superficiale nei terreni pesanti.
Le larve sono compaiono, nelle zone dell'Italia settentrionale, a partire dal mese di maggio con un picco attorno alla metà di giugno, anche se la schiusa può protrarsi fino ad inizio luglio. I primi danni si manifestano a giugno ma diventano evidenti soltanto verso la prima decade di luglio. La temperatura ottimale per lo sviluppo delle larve è di circa 22°C; a tale temperatura lo stadio larvale dura circa 30 giorni. La percentuale di sopravvivenza è influenzata dall'umidità del terreno e dalla presenza di piante ospiti. Le larve mature si localizzano in corrispondenza della superficie del terreno dove si impupano. La durata dello stadio pupale è di 1-2 giorni a 22°C circa. Negli areali della Pianura Padana gli adulti volano da giugno sino a ottobre. Il picco dei voli si ha tra fine giugno e la prima decade di luglio, in corrispondenza della fioritura del mais. In seguito, fino a ottobre, le popolazioni degli adulti subiscono un calo costante. Gli adulti sono maggiormente attivi ad una temperatura compresa tra 23 e 27°C; nelle ore più calde, quando la temperatura supera i 30°C riparano nelle porzioni di pianta meno esposte al sole, protetti dalle brattee della spiga o dalle foglie. La durata della vita degli adulti è influenzata da vari fattori fattori quali (fotoperiodo e disponibilità alimentare); studi di laboratorio hanno indicato una durata variabile da 50 giorni a circa tre mesi. Entro una settimana dallo sfarfallamento avvengono i primi accoppiamenti, che continueranno durante tutto il ciclo vitale degli adulti; sia maschi che femmine possono accoppiarsi più volte. La fecondità delle femmine dipende principalmente da temperatura, fotoperiodo e disponibilità di nutrimento; mediamente vengono deposte 400 uova anche se il loro numero può variare da circa 100 a 1000. Il vento e altri vettori, tra cui l'uomo, permettono agli adulti di spostarsi anche di 25-40 km l'anno. Le femmine ovidepongono in piccoli gruppi e completano la deposizione in circa 20 giorni prediligendo terreni umidi e sciolti. D. virgifera virgifera compie 1 sola generazione annua.
I danni sono provocati da adulti e larve; queste ultime sono la causa delle maggiori perdite di resa nelle coltivazioni di mais.
Le larve si nutrono a spese dell'apparato radicale causando, in funzione della gravità dell'attacco, l'allettamento della pianta e la conseguente diminuzione della capacità di assorbimento di acqua, luce ed elementi nutritivi, pregiudicando perdite quantitative di produzione. Le piante allettate tendono a risollevarsi dal suolo assumendo la tipica postura 'a collo d'oca'. Le piante colpite possono essere estratte facilmente dal terreno, valutando i danni su una scala definita 'Iowa scale' con valori che vanno da 1 (nessun danno) a 6 (radice completamente distrutta). E' fruibile una scala semplificata con valori da 0 a 3. L'entità del danno è relazionata al numero di larve presenti, dal tipo di terreno, dalle condizioni ambientali, dalle pratiche agronomiche ed irrigue adottate, dalla tipologia di ibrido coltivato e dalle condizioni della pianta. I cali di resa aumentano se l'attacco larvale si consuma in concomitanza di stress idrici, siccità o pratiche agronomiche errate. Gli adulti, polifagi, causano in genere danni limitati. Si nutrono delle foglie e degli stimmi delle infiorescenze femminili. Successivamente, quando la coltura raggiunge le fasi di maturazione lattea e cerosa, si nutrono direttamente delle cariossidi senza però provocare danni degni di nota. L'azione trofica esercitata sugli stimmi fiorali però, può causare aborti fiorali, interferendo negativamente con l'allegagione e quindi la produzione delle spighe. Anche in questo caso i danni non sono economicamente rilevanti.
Adottare opportune rotazioni colturali, alternando mais a soia, sorgo da granella, colza o pisello proteico a semina autunnale. Mettere in atto semine precoci che consentano alla pianta di giungere alla comparsa dell'insetto con radici maggiormente sviluppate e resistenti. Inoltre, dopo aver completato la fioritura, il mais risulta meno attrattivo nei confronti del coleottero, con conseguente minore ovideposizione da parte dello stesso. Orientare la scelta varietale verso ibridi con apparato radicale vigoroso e resistenti all'allettamento. Curare la preparazione del letto di semina ed il drenaggio del terreno al fine di favorire l'insorgere di condizioni avverse alla prliferazione del parassita.
indipendentemente dalla coltura
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