L’adulto di questo insetto vive a spese dei fiori di numerose piante tra cui fruttiferi (in particolare il melo), piante da fiore (rose), arbustive (biancospino, sambuco, ecc.), arbustive (acacia) e addirittura su piante erbacee coltivate e spontanee (cereali, leguminose, tabacco, crucifere, ecc.). Le larve, invece, vivono a spese di legno marcescente e deteriorato o di resti vegetali in disfacimento.
L’adulto è di colore nero e rivestito da una irta pubescenza grigio o fulva. Sulle elitre (parte dorsale che copre l’addome dell’insetto) sono presenti delle piccole macchie bianco-giallastre; la lunghezza è di 8-13 cm. Le larve sono bianco-gialline, curvate a C con l’estremità del corpo rigonfio e con il capo giallo-rossiccio.
Compie una generazione all’anno svernando come adulti; questi a primavera fuoriescono in aprile-maggio andando alla ricerca dei fiori delle piante ospiti. Dopo l’accoppiamento le femmine depongono le uova nel legno marcescente o in terreni ricchi di sostanze organiche in decomposizione. Dopo circa 15 giorni compaiono le larve che arrivano alla maturità in due mesi; gli adulti si formano in settembre e fuoriescono solo per un breve periodo per poi andare nei rifugi per superare l’inverno.
I danni sono provocati dagli adulti che divorano petali, stami e pistilli su piante da frutto e da fiore.
Si possono collocare trappole vischiose di colore bianco o azzurro, vasetti-trappola pieni di acqua per metà appesi sulla pianta; nel caso di poche piante è possibile effettuare la raccolta manuale durante le ore del primo mattino, quando sono ancora intorpiditi.
indipendentemente dalla coltura
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