Dittero che vive a spese di aglio e tartufo bianco (Tuber magnatum), presente negli areali centro europei; in Italia è stata individuata nelle zone di pianura e pedecollinari del piacentino.
Adulti maschi di colore grigio ferruginoso, con sterniti addominali dalle varie sfumature di grigio tranne i bordi che virano al giallo-rossastro. Ali color grigio fumo tenue. Antenne con arista quasi priva di peluria e con pubescenza breve. Scutello ricoperto di setole su tutta la superficie. Telomeri (valvule laterali) dell’apparato genitale maschile con contorno appuntito e smussato e margine inferiore concavo. Dimensioni: 7-8 mm di lunghezza.
Larve, della lunghezza di 7-9 mm, di colore bianco con stigmi anteriori dotti di 13-14 digitazioni e con la parte posteriore comprensiva di due vistosi tubercoli tronco-conici neri.
Pupario di colore marrone, della lunghezza di 5 mm, con due appendici stigmatiche nella parte cefalica e due processi tronco-conici in quella caudale.
Compie due generazioni annue, una a fine inverno-inizio primavera, che si sviluppa a spese dell’aglio, e un’altra autunnale che viene svolta sul tartufo bianco (Tuber magnatum).
In febbraio-marzo le femmine depongono circa 60-65 uova, una per ciascuna pianta di aglio, sulle foglie posizionate a livello del suolo. Lo sviluppo degli embrioni ha una durata di 10-15 giorni; la larva appena nata penetra nel pacchetto fogliare e qui completa il suo sviluppo nell’arco di un mese. Verso la metà di aprile, raggiunta la maturità, le larve fuoriescono per poi impuparsi nel terreno.
I nuovi adulti fanno la loro comparsa a fino maggio-giugno, trascorse 4-5 settimane di stadio pupale; questi volano in cerca di spazi ombreggiati, con folta vegetazione e adatti alla proliferazione di funghi freschi e tartufo bianco.
Le femmine, in luglio-agosto, ovidepongono sui tartufi; le nuove larve, in numero di 2-8 per tartufo, compiono il loro sviluppo in 30-45 giorni. Una volta fuoriuscite da un foro tondeggiante si impupano nel terreno per originare nuovi adulti da 25 a 40 giorni dopo. Essi affrontano i rigori invernali in probabile quiescenza, in luoghi riparati, per comparire nuovamente in febbraio-marzo, alla ripresa vegetativa delle piante ospiti.
Le larve compiono erosioni, con relativa sfibratura dei tessuti, nella parte interna del pacchetto fogliare delle piante giovani di aglio.
Le foglie colpite ingialliscono per poi marcire. Le piante colpite possono andare perdute oppure reagire emettendo un nuovo germoglio, ma lo sviluppo del bulbo risulterà in ogni caso compromesso.
Nei tartufi le larve scavano mine, deteriorando il prodotto e rendendolo non commerciabile.
Impiegare seme con buona germinabilità ed in quantità tale da assicurare una buona densità d’investimento.
Effettuare catture con attrattivi alimentari degli adulti svernanti.
indipendentemente dalla coltura
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