Questo lepidottero geometride, presente un po’ ovunque, è alquanto polifago. Attacca numerose piante da frutto, come albicocco, susino, ciliegio, melo, pero, cotogno, nespolo (pesco e mandorlo non vengono infestati); gli attacchi avvengono anche su numerose specie forestali, in particolare la quercia, ma anche faggio, ontano, olmo, frassino, tiglio, ecc. Vi è un forte dimorfismo tra i maschi e le femmine, i primi hanno le ali mentre le femmine no, hanno solo due monconi. Il maschio ha le ali anteriori color nocciola attraversate da linee ondulate trasversali più scure. Le ali posteriori sono più chiare; l’apertura alare è di 25-30 mm. La femmina è color nocciola con un addome ben sviluppato ed è lunga 6-8 mm. La larva appena nata è rossastra con capo e primo tratto del torace neri, poi diventa interamente verde con una linea verde scuro e due linee chiare laterali longitudinali che la percorrono sul dorso per tutta la sua lunghezza. Le uova sono ovali, di 0,8 mm x 0,5, di colore inizialmente verde smeraldo per poi diventare aranciate.
Gli adulti compaiono da metà ottobre a metà dicembre e alcuni individui compaiono anche in febbraio-marzo. Le femmine sbucano fuori dal terreno all’imbrunire in giornate molto umide, risalgono i tronchi degli alberi e aspettano i maschi per accoppiarsi. Avvenuto l’accoppiamento depongono le uova, isolate o in piccoli gruppi, alla base delle gemme o nelle anfrattuosità della corteccia. Le larve compaiono da inizio marzo a metà aprile e raggiungono la maturità verso maggio o in giugno. A maturità si calano con un filo sericeo al suolo dove si interrano a 15-25 cm e si tessono un bozzolo sericeo, li si incrisalidano e aspettano l’autunno dell’anno, o a volte quello dell’anno successivo.
Le larve compiono diversi danni, iniziano con il penetrare dentro le gemme prossime all’apertura per poi mangiare i bottoni fiorali e i fiori e infine compiere ampie erosioni fogliari. Possono attaccare anche i giovani frutti, su quelli di melo compiono erosioni superficiali mentre su quelli di ciliegio le erosioni creano delle cavernosità.
Si possono rivestire i fusti con delle fasce di cartone, o altro materiale, cosparse di colla in modo che gli adulti vi rimangano invischiati; verso la fine dell’inverno si rimuovono le fasce collose e si raschia la corteccia al di sotto per eliminare eventuali uova.
indipendentemente dalla coltura
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