Questo lepidottero si sviluppa preferibilmente sulle pomacee (melo, pero, cotogno), ma si può sviluppare anche su susino e albicocco. A volte si può ritrovare anche su frassino, olmo, platano, ontano, nocciolo, vite, olivo e perfino su fragola. Gli adulti hanno le ali color bruno-rossastre con un bordo color grigio-nocciola sul margine esterno, su ogni ala è presente una macchia ocellare (sembra un occhio). Sulle ali anteriori, nella zona dove l’ala è attaccata al corpo, vi è un area triangolare più scura. Il maschio si riconosce per le antenne pettinate (sembrano delle piumette). La femmina ha un apertura alare di 15-17 cm mentre il maschio è più piccolo con un apertura di 9 cm. Le larve inizialmente sono di colore nero per poi diventare verdi-giallastre con sei tubercoli azzurri su ciascun segmento del corpo, i tubercoli sono forniti di setole nere; a maturità la larva raggiunge i 10-11 cm di lunghezza.
L’insetto supera l’inverno allo stato di crisalide riparata in un bozzolo; in genere i bozzoli sono posizionati sotto le biforcazioni delle grosse branche con il tronco, o in altri ripari (fenestrature dei pali di cemento di sostegno). La crisalide può rimanere in diapausa per due anni. Gli adulti compaiono da aprile a giugno e sono visibili durante le ore notturne. Le femmine sono cattive volatrici e una volta che i maschi le fecondano queste depongono le uova in gruppetti incollate ai rametti, complessivamente depongono dalle 200 alle 500. Le larve raggiungono la maturità in agosto e così si incrisalidano.
Le larve erodono le foglie divorando interamente il lembo, i danni provocati sono di limitato interesse.
indipendentemente dalla coltura
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