Questo rincote è estremamente polifago, vive su erbe spontanee e su diverse colture: foraggere (medica e trifoglio), soia, bietola, girasole, ortive (fagiolo, fagiolino, fava, patata, pomodoro, ecc.), floricole, fruttiferi (in particolare pesco e pero) e vite. L’adulto è di forma ovale allungata, dal colore verde o verde-giallastro coperto di fini setole nere, il rostro è molto sviluppato ed arriva alle anche posteriori e con antenne ben sviluppate; sulle ali sono presenti due macchiette nere, una per ala, e la parte terminale di esse è nera. La femmina è più grande del maschio e misura 7,5-8,5 mm, a seconda della varietà (sono presenti due varietà).
L’insetto sverna allo stato di uovo, presente su steli di piante erbacee o su pali di legno di sostegno; le forme giovanili compaiono da fine febbraio al sud, o da fine marzo al nord. Gli adulti compaiono a maggio o a giugno per rimanere in campo fino a settembre, a volte generano una seconda generazione.
Adulti e forme giovanili attaccano germogli, coste fogliari e baccelli di fagiolo e fagiolino, i semi in via di maturazione e i frutti di pero e pesco. In seguito alle punture di nutrizione e di ovodeposizione si hanno arresti vegetativi, aborti di fiori e semi, necrosi di tessuti, deformazione dei frutti e trasmissione di virus. Su pesco pungono i germogli e i frutti, provocano sui primi l’accecamento dell’apice, con l’arresto dello sviluppo, e di conseguenza vi è lo sviluppo di vegetazione avventizia. Sui giovani frutti, 2-3 cm di diametro, provocano lesioni con l’emissione di gomma, su quelli in accrescimento si sviluppano lesioni più o meno ampie e profonde in cui si possono insediare le larve di Euzophera bigella (euzofera); sui frutti già sviluppati o in corso di maturazione le punture di nutrizione e ovideposizione provocano lesioni puntiformi di colore nerastro con emissione di gomma. Sui frutticini di pero provocano litiasi, cioè la comparsa di depressioni di alcuni mm di diametro con fondo piatto con al centro delle lesioni necrotiche, lasciate dagli stiletti boccali; la polpa sottostante sviluppa ammassi di consistenza dura e di colore giallo.
Gli adulti sono molto mobili e così riescono spesso ad evitare i trattamenti insetticidi, gli interventi agronomici risultano così molto utili. Nei giovani impianti è da evitare la coltivazione nell’interfila di colture attrattive per i miridi, come patate, fagioli e fave. La gestione della flora (erbe) è molto importante in quanto è utile la sua eliminazione o il suo mantenimento a seconda dei diversi momenti; l’eliminazione delle malerbe nel frutteto è utile prima dello sviluppo delle forme giovanili, o subito nelle prime fasi di sviluppo, in modo da ostacolare il loro accrescimento; mentre è utile lasciare le malerbe nelle interfile e nei fossi circostanti il frutteto quando si ritrovano adulti su di esse, in quanto C. norvegicus e altri miridi vi possono trovare nutrimento e evitare di infestare il frutteto; è quindi da evitare lo sfalcio o il diserbo delle erbe nel frutteto e lungo i fossi.
indipendentemente dalla coltura
2012 - Difesa da insetti, acari, nematodi, molluschi - volume primo
Negli ultimi anni sono sempre più numerose le segnalazioni di frutti di pero caratterizzati dalla presenza di marcate deformazioni più o meno profonde cui corrisponde, a livello della polpa, la formazione di una evidente ...
2010 - Difesa da insetti, acari, nematodi - volume primo
Parole chiave: Rincoti miridi, Lygus, Adelphocoris, Calocoris, malformazione frutti
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