Ligo Lygus spinolae, Lygocoris spinolae

Miride di origine paleartica registrata anche nelle regioni settentrionali della penisola italiana e in Sardegna.

Vive solitamente su essenze spontanee (artemisia, ortica, quercia, rovo, salice, tanaceto, ecc.), può comunque parassitizzare anche la vite.

Adulto di colore verde-giallognolo brillante, con fine e chiara pubescenza. Antenne con il II articolo più corto degli articolai II e III presi insieme e delle larghezza del protorace. Rostro che raggiunge le anche intermedie. Le emielitre hanno la membrana grigiastra con aree più scure poco definite che presentano una piccola tacca bruna al vertice del cuneo.

Il maschio raggiunge 5,3-5,8 mm di lunghezza, la femmina 5,5-6.

Biologia

L. spinolai sverna come uovo conficcato, in modo isolato o in piccoli gruppi, nello stelo delle piante ospiti, nella porzione midollare dei tagli di potatura dei tralci della vite o sotto il ridoma. Le neanidi fanno la loro comparsa nella seconda metà di aprile, durante il germogliamento, perorando la loro presenza fino alla metà di giugno.

Gli adulti si hanno da fine giugno e fine settembre.

Danni causati

Gli adulti e le forme giovanili del miride compiono la loro attività trofica pungendo gli steli delle diverse piante ospiti.

Sulla vite punge i germogli in via di sviluppo quando questi non hanno ancora disteso le foglie, provocando necrosi puntiformi; il lembo colpito, dispiegandosi, presenta perforazioni e lacerazioni.

Con forti attacchi le punture possono essere portate anche agli abbozzi fioriali, con conseguente comparsa di alterazioni necrotiche a carico del rachide del grappolino con conseguente mancata apertura, aborto fiorale e colatura degli acini.

I danni raramente raggiungono livelli tali da influire negativamente sullo sviluppo vegetativo e produttivo.