Lepidotteri diffuso in diversi paesi europei come Italia, Francia, Svizzera, Germania, Regno Unito, Russia e zone montagnose del Caucaso. Sul territorio italiano è ritrovabile nelle regioni settentrionali, soprattutto nelle zone collinari a 500-600 metri sul livello del mare. Predilige come ospite principale il ciliegio. Meno soggetti all'attacco risultano i susini coltivati e selvatici e altre essenze spontanee come Sorbus aucuparia, nocciolo, Lonicera xylosteum e biancospino.
L'adulto presenta torace giallo, con una tacca bianca centrale. Ali anteriori lanceolate, frangiate sul bordo distale, longitudinalmente divise in una parte superiore bruna mescolata con del giallo e in una parte inferiore, più stretta, di colore giallo pallido; il bordo costale è caratterizzato, per tutta la lunghezza, da chiazze triangolari scure. A metà del margine interno è presente una macchia quadrangolare obliqua. Le ali posteriori sono lanceolate, di colore grigio ardesia, dotate di frangia lunga più del doppio rispetto alla larghezza dell'ala. A maturità raggiunge i 10-12 mm di apertura alare.
Uovo piriforme, delle dimensioni di 0,5 x 0,3 mm, inizialmente di colore verde oliva e successivamente bruno punteggiato di nero ed infine grigiastro al completo sviluppo dell'embrione. Corion con reticolatura pentagonale e apice fornito di 7-8 prominenze disposte a corona.
Larva di colore verdognolo chiaro, con capo, scudo pronotale e placca anale scuri. False zampe dotate di 13 uncini ambulacrali. Matura raggiunge gli 8-10 mm di lunghezza.
Bozzolo avente doppia struttura sericea bianca, formata da uno strato esterno e uno interno fusiforme che protegge la crisalide.
Crisalide, di 6 mm di lunghezza, di colore bruno chiaro con riflessi verdastri. Il cremaster è dotato di 4 uncini mediani e 2 laterali. Attorno all'orifizio anale sono presenti due spine di identica lunghezza negli individui maschili e di lunghezza diversa negli esemplari femmina.
I voli degli adulti A. pruniella iniziano a metà giugno e proseguono fino all'inizio del mese di settembre. Nelle ore diurne restano nascosti all'interno della vegetazione riprendendo l'attività nelle ore notturne, durante le quali compiono rapidi e improvvisi voli. Si alimentano di nettare ed essudati fogliari. Gli accoppiamenti vengono consumati molto rapidamente e sono seguiti, dopo 2-3 settimane, dalle ovodeposizioni. Nel periodo precedente la deposizione delle uova le femmine compiono voli di spostamento che possono portarle anche al di fuori degli impianti di ciliegio, portandole in siti ombreggiati e al riparo dal vento. Una femmina depone mediamente 25-30 uova, isolate o in piccoli gruppi, all'interno delle anfrattuosità corticali, nelle cicatrici lasciate dal distacco delle foglie, alla base dei getti o alla biforcazione dei rametti. Meno frequentemente le uova vengono deposte sulle branche e sul tronco e mai su gemme o parti lisce della corteccia. In estate inizia lo sviluppo embrionale, che si interrompe dopo 20-30 giorni con l'entrata in diapausa utile al superamento dell'inverno. A fine inverno, fra metà febbraio e metà marzo, lo sviluppo embrionale giunge a compimento con la nascita della larva. Quest'ultima raggiunge la maturità in un mese o poco più e si lascia cadere al suolo per mezzo di un filo sericeo per poi interrarsi fra i detriti sulla superficie del terreno (ad una profondità di 3-5 cm), incrisalidandosi e generando l'adulto dopo circa 4 settimane.
Le larve penetrano nelle gemme a frutto ingrossate distruggendo gli abbozzi fiorali e fogliari. Successivamente fuoriescono completando l'attività distruttiva ai danni di altre 5-7 gemme. L'attacco viene poi portato alle foglioline, con le larve che penetrano fra le due metà del lembo non ancora disteso, compiendo erosioni che in seguito, al dispiegamento del lembo, assumono un'aspetto simmetrico rispetto alla nervatura mediana. Successivamente anche i fiori subiscono l'aggressione delle larve sotto forma di troncamento del peduncolo o di erosioni alla base degli ovari. I frutticini derivati da ovari parzialmente danneggiati sviluppano in maniera asimmetrica, cadendo precocemente. I danni si registrano soprattutto nei ceraseti delle zone collinari, in prossimità di boschi.
indipendentemente dalla coltura
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