Questo lepidottero tortricide molto comune è in grado, data la polifagia, di svilupparsi su molte piante: piante arbustive (biancospino, ecc.), latifoglie forestali, rosa, piante da frutto (melo, pero, ciliegio, susino, albicocco, agrumi, nocciolo, ribes, olivo, ecc) e anche su piante erbacee (erba medica).
Gli adulti hanno le ali anteriori di color marrone con leggere venature più scure; il maschio presenta diverse macchie scure: una più grande presente a circa metà ala e posizionata sulla parte interna, mentre l’altra macchia è più piccola e posizionata sul margine esterno dell’ala e in posizione più arretrata rispetto la macchia più grande. Le ali posteriori sono grigie con l’apice giallastro o arancione. L’apertura alare è di 18-22mm.
Le larve sono verde chiaro con capo bruno scuro, a maturità raggiungono una lunghezza di 18-20 mm. Le uova sono verdi e deposte in ovo placche, sono mascherate da una secrezione grigiastra protettiva.
Questo lepidottero compie una sola generazione all’anno e sverna allo stato di uovo, queste sono deposte sui rami di 2-4 anni o nella parte basale del tronco. Le larve compaiono da metà marzo a metà aprile e terminano la loro attività a fine aprile, o ai primi di maggio. Raggiunta la maturità si incrisalidano in un cartoccio formato dalle ultime foglie su cui si sono alimentati e gli adulti compiono circa 15-20 giorni dopo. Gli adulti compaiono dalla prima decade di maggio fino alla fine di giugno. Le femmine dopo l’accoppiamento depongono le uova destinate a svernare.
Le larve, sulle pomacee compiono danni su foglie, fiori e frutticini; le foglie vengono erose e arrotolate a mo di sigaro, i bottoni fiorali vengono divorati dall’interno e le erosioni sui frutti portano alla formazione di ampie e profonde cicatrici evidenti anche alla raccolta. Il melo e il pero sono le piante maggiormente attaccate e le infestazioni avvengono soprattutto in quei frutteti situati vicino a zone con boschi o macchie di arbusti.
indipendentemente dalla coltura
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