Questo lepidottero tortricide ricamatore è assai polifago e vive in genere a spese si specie forestali (come quercia, acero, salice, faggio, frassino, olmo, ecc.) ma può vivere anche su piante da frutto (melo, pero, cotogno, ciliegio, susino, sorbo, ribes, nocciolo, castagno, ecc); melo e cotogno sono i fruttiferi più attaccati.
Gli adulti hanno ali bruno-giallastre con tre macchie di colore bruno-rosso chiaro, una macchia è posizionata nella zona mediano-distale nel margine esterno dell’ala, un’altra è posizionata al centro e forma una specie di V schiacciata (ricorda la sezione di un gambo di sedano). Una terza macchia è al centro di ogni ala poco dietro il capo. L’apertura alare è di 15-24 mm.
La larva matura è grigio-verdastra, a volte violacea, con capo e primo tratto del torace scuro; tra le due parti c’è una banda più chiara che risalta molto. Sul corpo sono presenti verruche pilifere un po’ più chiare del corpo e peli inseriti su un punto nero; la lunghezza è di 22-25 mm.
Il tortricide sverna allo stato di uovo. In marzo-aprile, nascono le larve con la ripresa vegetativa della pianta e si sviluppano per circa un mese o poco più. Raggiunta la maturità si incrisalidano tra le foglie danneggiate e dopo 9-12 compaiono gli adulti; in genere il loro volo avviene in giugno-luglio. Gli adulti si accoppiano e le femmine depositano le uova, formando ovoplacche, sulla corteccia del tronco o di grosse branche. Le uova trascorreranno l’inverno e si schiuderanno la primavera successiva.
Le larve compiono erosioni sulle foglie, dopo averle accartocciate, e danneggiano germogli, fiori e frutticini. Sia sulle piante forestali che su quelle da frutto i danni sono sempre modesti. Le infestazioni nei meleti avvengono principalmente nell’italia del nord e in quegli impianti situati in collina in prossimità di boschi.
indipendentemente dalla coltura
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