Tisanottero tripide diffuso in Europa, Siberia e Nord America. In Italia può essere ritrovato in gran parte del territorio. Infesta prevalentemente il pesco e la rosa, ma è stato registrato anche su Chaerophyllum temulum, Hypericum perforatum, stramonio, Carduacee, convolvolo, patata, Raphanus e numerose altre piante erbacee ed arboree.
Femmina alata bruno-grigiastra tendente al rossiccio. Antenne con il I e il II articolo scuri, il III e il IV chiari, il V chiaro spesso scuro e schiarito solo nella part distale, i rimanenti sono scuri. Il II articolo visibilmente più corto del III. Le ali sono chiare, appena offuscate, quelle anteriori sono piuttosto corte.
Pronoto con peli e setole presenti con una coppia per parte ai lati dell'ocello anteriore; un'altra coppia si trova posizionate più indietro in mezzo agli ocelli posteriori, e altre setole più corte si trovano nella regione posteriore agli occhi. Urotergo dotato di formazioni spinescenti corte e robuste, visibilmente mancanti nella parte centrale. A maturità raggiunge 1,2-1,5 mm di lunghezza.
T. major sverna grazie alle femmine rifugiate nel suolo o negli anfratti della corteccia dei vegetali. In primavera, durante la fase dei bottoni rosa, penetrano nei fiori per deporre fino a un'ottantina di uova, ad una cadenza di 3-4 al giorno, in modo isolato e con la terebra all'interno dei tessuti alla base degli stami.
Le neanidi, dopo un'incubazione di una settimana, nascono e si nutrono attraverso punture alla base degli stami o ai tessuti della parte interna della coppa calicina. Il disseccamento di quest'ultima, spinge l'insetto a pungere la base dello stilo e i frutticini in formazione.
Dopo due stadi neanidali, uno prepupale e uno di pupa fanno la loro comparsa i nuovi adulti che continuano la loro attività trofica sul pesco.
Sulle rose il tisanottero inserisce le uova nei tessuti dei petali dei boccioli fiorali. Le neanidi fuoriescono dopo un'incubazione di 4-5 giorni, ostacolando con la loro attività il normale sviluppo dei fiori.
Vive sulle piante in fiore risultando dannoso sulle varietà di nettarine in ragione delle punture delle neanidi sui frutticini appena formati. Tali punture provocano alterazioni necrotiche che evolvono in ampie e vistose cicatrici interessate talora da spaccature che possono emettere essudati gommosi. Tali danni possono estendersi anche all'intera produzione. Sui frutti di pesco in maturazione le neanidi si raggruppano nei punti di contatto con altre drupe, con foglie e con rami; le loro punture cagionano la comparsa di zone depigmentate deprezzando il prodotto finale.
Sulla rosa il tisanottero effettua punture a carico dei boccioli fiorali a seguito delle quali i petali si sviluppano in maniera asimmetrica.
indipendentemente dalla coltura
1994 - Fitofagi e fitomizi - volume secondo
Il comportamento dei Tisanotteri della vite è stato studiato in vigneti situati nella provincia di Novara. Negli anni 1991-92 sono stati prelevati periodicamente campioni di diversi organi della piana e sono state controllate ogni due ...
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