2020
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Malattia di Pierce, quando la Xylella attacca la vite

Conosciuta in Italia per gli ingenti danni causati all'olivicoltura, Xylella fastidiosa è in grado anche di colpire le viti causando la cosiddetta malattia di Pierce, che in California costa agli agricoltori 100 milioni di dollari l'anno

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Sintomi su foglia della malattia di Pierce

Fonte immagine: UC Davis

Xylella fastidiosa è tristemente conosciuta in Italia per i catastrofici danni all'olivicoltura che ha causato negli ultimi anni. Dal suo arrivo in Salento nel 2008 ad oggi migliaia di ettari sono andati perduti. Non tutti però sanno che Xylella fastidiosa può colpire anche le piante di vite causando quella che viene definita la malattia di Pierce, una fitopatia molto grave che porta alla morte della pianta in pochi anni.

Una malattia che non è presente in Europa e che tuttavia rappresenta un vero flagello per le aziende vitivinicole californiane, che ogni anno perdono circa 100 milioni di dollari. Il nome stesso della malattia deriva dall'agronomo statunitense Newton B. Pierce che nel 1892 identificò il microrganismo responsabile della distruzione di migliaia di ettari di vigneto a Sud-Est di Los Angeles.
 
L'agronomo statunitense Newton B. Pierce
L'agronomo statunitense Newton B. Pierce
(Fonte foto: Usda)

Si trattava appunto della sottospecie Xylella fastidiosa fastidiosa, capace di colpire oltre alla vite anche il mandorlo, l'acero e il ciliegio. Differente invece da Xylella fastidiosa pauca, la sottospecie arrivata in Italia e responsabile della moria degli olivi in Puglia.
 

Gli effetti della malattia di Pierce

La malattia di Pierce è causata dal moltiplicarsi del batterio Xylella fastidiosa fastidiosa nei vasi xilematici della vite. Il microrganismo produce delle sostanze gelatinose che ostacolano il flusso di linfa nei vasi e inducono nell'organismo della pianta la produzione di altre sostanze che a loro volta concorrono all'occlusione dei vasi, impedendo il passaggio della linfa. La malattia di Pierce porta alla formazione di macchie necrotiche sulle foglie e al progressivo disseccamento di tralci e grappoli.

La malattia di Pierce può avere un decorso fulmineo, portando alla morte della pianta nel giro di una stagione, oppure cronico, ma ugualmente fatale nell'arco di quattro-cinque anni. Ad oggi non esistono cure per questa fitopatia ma solo approcci preventivi alla difesa del vigneto.

Se in Puglia infatti Xylella fastidiosa pauca è trasmessa da una pianta all'altra attraverso la mosca sputacchina, in California il batterio sfrutta l'inconsapevole servizio offerto da Homalodisca vitripennis, la principale cicalina vettrice del batterio. Gli interventi di difesa si concentrano dunque sul controllo di questo insetto e nell'utilizzo di piante da vivaio sane. Ultimamente gli ingenti sforzi messi in campo da istituzioni pubbliche e private hanno inoltre portato alla selezione di nuove varietà resistenti che tuttavia non sono ancora in commercio.

Un esemplare di Homalodisca vitripennis, vettore della malattia di Pierce
Un esemplare di Homalodisca vitripennis, vettore della malattia di Pierce
(Fonte foto: Wikipedia)

Molti si domandano se Xylella fastidiosa fastidiosa, agente della malattia di Pierce, possa arrivare in Italia causando danni alla viticoltura paragonabili a quelli causati all'olivicoltura dallo stesso batterio, sottospecie pauca. Ebbene, potenzialmente questo può avvenire. Se del materiale vegetale infetto fosse trasportato in Europa senza le dovute cautele si potrebbe verificare l'avvio di un contagio incontrollato.

Tuttavia, essendo Xylella fastidiosa un patogeno da quarantena, eventuali viti provenienti dagli Stati Uniti sarebbero sottoposte ad una quarantena di tre anni, necessaria proprio per escludere la presenza di eventuali microrganismi indesiderati. Il contagio dovrebbe dunque avvenire per altre vie, in maniera accidentale. Non sembra invece che sia necessaria la presenza anche in Italia della cicalina del genere Homalodisca perché il batterio si diffonda. Xylella fastidiosa potrebbe infatti sfruttare specie autoctone italiane per passare da una pianta all'altra.

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