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Concia del grano "fai da te", ecco quello che c'è da sapere

L'utilizzo del seme di grano conciato permette un incremento delle produzioni e della sanità della granella. Oltre al seme acquistato presso le ditte sementiere, è anche possibile effettuare la concia del proprio seme. Vediamo gli aspetti positivi e negativi

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L'utilizzo di seme non conciato comporta una diminuzione delle produzioni (Foto di archivio)

Fonte immagine: © MarekPhotoDesign.com - Adobe Stock

Utilizzare una semente di grano conciata è il presupposto per avere buone produzioni di granella a fine stagione. La concia permette infatti di proteggere la pianta nelle primissime fasi di sviluppo, difendendola dall'attacco di microrganismi dannosi.

 

Oggi la maggior parte dei cerealicoltori acquista il seme dalle ditte sementiere, che garantiscono alti standard qualitativi, sia a livello di seme che di concia. Tuttavia, è anche possibile conciare il seme autoprodotto in azienda.

 

La concia del seme aziendale "fatta in casa" è tuttavia un'attività regolata da specifiche norme, che comporta alcuni aspetti positivi e altri negativi. Vediamo dunque come si effettua la concia del grano in azienda e successivamente quali sono i pro e i contro.

 

La concia del grano presso l'azienda agricola

Partiamo con il dire che l'agricoltore, in linea teorica, potrebbe effettuare la concia delle proprie sementi da solo, ma le norme impongono degli standard che di fatto rendono impraticabile questa opzione. Nella stessa etichetta del conciante sono riportate le modalità di impiego del prodotto, che molto spesso impongono una concia industriale ed un utilizzo professionale dello stesso fitofarmaco.

 

Questo fondamentalmente per una ragione di sicurezza, dell'agricoltore e dell'ambiente in cui vive. I prodotti concianti sono infatti degli agrofarmaci che devono essere manipolati da personale specializzato con attrezzature particolari.

 

L'agricoltore si può invece rivolgere a ditte specializzate che gestiscono selezionatori mobili per la selezione e la concia delle sementi. Si tratta di attrezzature, montate su camion, che vengono trasportate direttamente in azienda per effettuare la concia del seme in loco.

 

Il processo di concia è relativamente semplice. L'agricoltore scarica il proprio seme in una tramoggia e il materiale viene trasportato da una coclea verso dei vagli cilindrici che servono a depurare il seme dalle impurità. Il seme passa poi in un ambiente apposito dove viene irrorato con il prodotto conciante e successivamente viene rilasciato all'interno di sacchi, pronto per essere utilizzato.

 

È bene ricordare che il processo di concia è soggetto a specifiche norme e le aziende che se ne occupano devono essere autorizzate (ai sensi del DM 3 agosto 2018). L'agricoltore deve dunque ricordarsi di chiedere alla ditta il rilascio della documentazione che attesti la correttezza del lavoro svolto.

 

I pro e i contro della concia in azienda del seme autoprodotto

Ma perché un agricoltore dovrebbe decidere di effettuare la concia del seme in azienda? Il motivo è strettamente economico, in quanto l'utilizzo del seme aziendale e la concia "a domicilio" permettono di risparmiare rispetto al costo dell'acquisto del prodotto da una ditta sementiera.

 

Ma ne vale davvero la pena?

Ogni agricoltore deve effettuare le proprie valutazioni, tenendo in considerazione questi aspetti:

  • La concia in impianti industriali viene effettuata con tecnologie che permettono di avere un trattamento della semente perfetto.
  • L'acquisto di seme conciato certificato consente di avere la certezza di avere il materiale a disposizione in tempo per la semina, mentre nella concia a domicilio occorre coordinarsi con la ditta che viene ad effettuare la lavorazione.
  • La granella proveniente dal proprio raccolto e utilizzata come semente ha una minore purezza rispetto al seme certificato, inoltre presenta una germinabilità e una sanità incerti.
  • L'utilizzo del seme conciato autoprodotto esclude l'agricoltore dall'adesione ai contratti di filiera, nonché dal sostegno accoppiato previsto dalla Pac per il grano duro.

 

Se dunque il riutilizzo del seme aziendale consente una immediata minore spesa per l'acquisto della semente, è anche vero che comporta generalmente una produzione più scarsa di grano. Si tratta insomma di un approccio che sebbene minimizzi gli investimenti, porta anche ad un abbassamento dei guadagni.

Leggi anche Grano duro e riuso del seme aziendale. Diritti e obblighi

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