2023
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Insetti utili ma imprevedibili: il caso del Nesidiocoris tenuis

Questo insetto si nutre di aleurodidi, larve di tripidi, afidi e uova di lepidotteri, ma in assenza di prede può attaccare le piante coltivate danneggiando foglie e fiori

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Quando i mezzi di biocontrollo sono degli organismi viventi, non sempre possono avere un impatto prevedibile sulle colture

Fonte immagine: Antesia

Gli insetti utili sono stati da subito una grande risorsa per le aziende che avevano intrapreso la strada della lotta biologica e/o integrata.

 

Nel corso degli anni varie specie di insetti e acari sono state introdotte sul mercato da ditte specializzate in questo ramo. La ricerca ha portato le biofabbriche ad allevare proposte sempre più specifiche per gli insetti bersaglio delle varie colture. Nel contempo, le ditte hanno sviluppato anche un settore collegato che è quello delle piante banca, piante esca, ecc.: piante che servono o come ospiti dell'insetto utile o come esca per i parassiti. In sostanza, la ricerca in questo campo sta creando intorno al lancio dell'insetto, un corollario di procedure per rendere ancora più efficace la lotta con i beneficials.


Il Nesidiocoris tenuis è stato uno dei primi insetti ad apparire sul mercato. È un predatore polifago della famiglia dei miridi e si nutre di aleurodidi (Bemisia tabaci e Trialeurodes vaporariorum), ma anche di larve di tripidi, afidi e uova di lepidotteri. Proprio quest'ultima attività di predazione ha fatto aumentare parecchio i lanci di azoto, negli ultimi 10 anni, per combattere un lepidottero molto aggressivo su pomodoro, la Tuta absoluta
Il N. tenuis quindi ha preso un posto di rilievo nelle strategie di lotta biologica e integrata sulle ortive in serra

 

Negli ultimi anni però si riscontrano, con frequenza sempre maggiore, dei seri danni derivanti dall'attività fitofaga del N. tenuis
Il Nesidiocoris tenuis da risorsa sta diventando un problema. Spesso nelle serre siciliane si trovano popolazioni abbondanti di N. tenuis senza aver fatto lanci. Sono individui indigeni che, in mancanza di prede (Tuta absoluta e aleurodidi), attaccano le piante di pomodoro con esiti dannosi per i fiori e per la cima. La presenza del Nesidiocoris su piantine giovani si intuisce da fori fatti sulle foglie della coltura. In seguito l'attività dell'insetto si sposta verso i getti ascellari, che vengono "ricamati" alla base e cadono facilmente; infine viene attaccato il grappolo fiorito: l'insetto punge il fiore all'altezza del ginocchio del calice; il calice ingiallisce ed il fiore cade. Questo attacco può penalizzare parecchio la coltura, facendo perdere anche 2-3 grappoli in breve tempo.


Non ci sono formulati chimici registrati perché si tratta di un insetto utile e quindi la lotta chimica non è contemplata dalla normativa vigente. 
Una situazione simile è stata osservata in Olanda e descritta in un recente articolo di Fresh Plaza.

La lotta integrata è destinata a sostituire la lotta chimica, ma questo caso pone l'accento sugli effetti a medio e lungo termine dei mezzi di biocontrollo che, in quanto organismi viventi, non sempre hanno un impatto prevedibile sulle colture oggetto degli interventi. 

Il N. tenuis da risorsa è diventato un fitofago da combattere. Come?

 

A cura di: Giovanni Nicotra di Antesia, dottore agronomo di Antesia, Associazione Nazionale Tecnici Specialisti in Agricoltura

Contatti: gnagro1@gmail.com

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