Coleottero tartaruga australiano, preoccupa l'espansione nel Mediterraneo
L'insetto, parassita di molte specie di eucalipto, è già presente in Spagna e Portogallo ed è recentemente arrivato anche in Grecia
C'è un piccolo coleottero che sta destando preoccupazione nelle autorità fitosanitarie europee, sebbene - è importante sottolinearlo - senza nessun allarmismo.
Si tratta di Trachymela sloanei, chiamato coleottero tartaruga australiano per la sua colorazione marrone screziata e per la sua zona di origine geografica.
Trachymela sloanei è un piccolo insetto della famiglia dei Crisomelidi, molto simile ad una coccinella, di circa 5-7 millimetri di lunghezza, che si nutre di foglie e giovani germogli di eucalipto.
Negli ultimi decenni questo insetto dall'Australia è stato trasportato in altre zone del mondo, dalla Nuova Zelanda alla California, dalla Cina e da Taiwan al Cile.
Recentemente è stato ritrovato anche in Portogallo, in diverse zone della Spagna e infine l'anno scorso anche in Grecia, così che l'Eppo, l'European and Mediterranean Plant Protection Organization - Organizzazione Europea e Meditrerranea per la Protezione delle Piante - lo ha inserito nell'alert list degli organismi nocivi.
Trachymela sloanei può attaccare molte specie di eucalipto, ma in particolare Eucalyptus camaldulensis, lasciando sulle foglie tagli semicircolari o irregolari lungo i bordi, fino alle nervature centrali e causando anche ampie defoliazioni, in caso di forti infestazioni.
Si tratta quindi di un problema che riguarda principalmente il settore florovivaistico, per la produzioni di eucalipti ornamentali o da fronda recisa, e quello forestale per le piantagioni da legno, oltre che per le alberature che si trovano in molte zone di bonifica. Un problema che può interessare anche l'apicoltura, nelle aree di produzione del miele di eucalipto.
Uno degli aspetti problematici è la difficoltà di individuarlo in campo, perché solitamente ha abitudini notturne e in genere si nutre nelle ore di buio.
In Nuova Zelanda la lotta biologica, fatta introducendo degli antagonisti naturali dell'insetto, ha dato buoni risultati, ma si sa che a volte l'introduzione di antagonisti esotici può richiedere tempi anche piuttosto lunghi per poter valutare la sicurezza ambientale di questi interventi.
L'appello quindi è quello di mantenere alta l'attenzione e di segnalare sintomi sospetti o eventuali ritrovamenti di esemplari alle autorità fitosanitarie del territorio.