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Flavescenza dorata, la difesa della vite in tre mosse

La flavescenza dorata è una malattia complessa che per essere gestita in maniera corretta ha bisogno di un approccio integrato che punti all'eliminazione delle piante infette e al controllo del vettore, la cicalina della vite. Ecco come gestire il problema in tre mosse

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La flavescenza dorata è un problema in crescita (Foto di archivio)

Fonte immagine: © luckybusiness - Adobe Stock

Prosegue su AgroNotizie® la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.

 

Per un uso consapevole degli agrofarmaci

 

Forse non tutti sanno che la flavescenza dorata è una malattia presente in Europa da centinaia di anni, ma la sua esplosione si è avuta quando dalla regione dei grandi laghi, in Nord America, è arrivata in Europa la cicalina della vite (Scaphoideus titanus), un vettore estremamente efficace nel trasportare il fitoplasma della flavescenza dorata da una pianta all'altra.

 

Negli Anni Novanta, nel Nord Italia, soprattutto in Veneto, si ebbe una vera e propria esplosione di questa malattia che creò seri danni ai vigneti, con perdite di produzione importanti. Dopo una prima fase di scoramento, tecnici e viticoltori misero a punto un metodo di gestione che permise di controllare efficacemente la problematica, che di fatto divenne meno preoccupante per quasi trent'anni. Si agì prima di tutto monitorando il territorio ed estirpando le piante malate. In secondo luogo, tenendo sotto pressione la popolazione di cicalina, impedendogli quindi di trasmettere il fitoplasma.

 

A partire dal 2020, la situazione si è fatta nuovamente critica. "I cambiamenti climatici hanno modificato la biologia di Scaphoideus titanus, il vettore della flavescenza dorata, oggi rinvenibile in campo anche nel mese di ottobre e oltre. Inoltre sono diminuite le molecole insetticide disponibili, soprattutto quelle persistenti e sistemiche, che avevano giocato un ruolo fondamentale per contrastare la cicalina", racconta Simone Lavezzaro, tecnico del Centro di saggio Agricola 2000. "Probabilmente anche l'aumento delle superfici a conduzione biologica, con disciplinari che prevedono meno armi a disposizione contro la cicalina, ha complicato la situazione".

 

Negli ultimi tempi dunque sono aumentati i vigneti colpiti da flavescenza dorata. E anche in regioni non interessate dal problema negli anni passati, come la Toscana, il contagio è ormai presente e si diffonde velocemente. Difendere le viti è tuttavia possibile, ma prima di vedere qual è la corretta strategia da adottare, è bene fare un cenno alla biologia di Scaphoideus titanus.

Scaphoideus titanus, la cicalina dei grandi laghi

Scaphoideus titanus è una cicalina che vive esclusivamente sulla vite durante il suo intero ciclo vitale. Sverna sotto forma di uovo durevole nel ritidoma delle viti e produce una sola generazione all'anno. Le uova schiudono verso metà maggio, mentre verso fine giugno-inizio luglio, a seconda dell'andamento climatico, compaiono i primi adulti. Dopo l'accoppiamento, che di solito avviene ad agosto, le femmine depongono le uova sotto la corteccia della vite, che si schiuderanno poi l'anno successivo.

 

La cicalina si nutre sulla pagina inferiore delle foglie di vite e rimane nei vigneti fino a settembre-ottobre. I giovani, una volta fuoriusciti dalle uova, vanno alla ricerca delle giovani foglie, nelle quali inseriscono il loro stiletto per attingere al floema, ma molto facilmente cadono nell'erba e sono costrette a risalire lungo il tronco o su eventuali polloni striscianti.

 

Un esemplare di Scaphoideus titanus su vite

Un esemplare di Scaphoideus titanus su vite
(Fonte foto: Fondazione Edmund Mach)

 

Se un giovane di S. titanus si nutre su una vite infetta, il fitoplasma colonizza il suo organismo. Seguono almeno tre settimane durante le quali il patogeno si diffonde nell'emolinfa e si insedia nelle ghiandole salivari. A questo punto, la cicalina può trasmettere il fitoplasma a una vite sana nutrendosi su di essa. Se invece la cicalina acquisisce il fitoplasma da adulta, possono bastare otto-quattordici giorni perché diventi infettiva e capace di trasmettere l'infezione.

 

La difesa del vigneto in tre mosse

Per difendere il vigneto in maniera corretta è dunque necessario adottare un approccio integrato, agendo da un lato sulla fonte di inoculo, dall'altro sul vettore del fitoplasma. Ecco dunque tre step per gestire il problema.

 

Primo, monitoraggio. È essenziale che l'agricoltore visiti periodicamente il vigneto alla ricerca di piante malate. Il fitoplasma influisce sull'intero metabolismo della vite, ma le foglie sono la vera spia di allarme. Nei vitigni a bacca bianca assumono una colorazione giallo dorata, mentre diventano rosse in quelli a bacca scura. Le decolorazioni possono riguardare una parte della foglia oppure la sua interezza, comprese le nervature.

 

Chiudendo una foglia nel pugno si avverte una consistenza cartacea. La lamina fogliare risulta ispessita, bollosa e ripiegata lungo i bordi. Le foglie assumono spesso una forma triangolare.

 

Secondo, espianto. Se una pianta risulta malata occorre prontamente eliminarla, tagliando il tronco raso-erba ed allontanandola dal campo per essere bruciata. Se si aspetta ad espiantarla, magari perché si vuole raccogliere l'uva, il rischio è che quella pianta funga da fonte di contagio per altre decine di piante del vigneto.

 

Sintomi precoci di flavescenza dorata su grappolo

Sintomi precoci di flavescenza dorata su grappolo
(Fonte foto: M. Borgo e Crea Viticoltura Enologia)

 

Terzo, lotta alla cicalina. Nelle regioni colpite dalla flavescenza dorata è prevista la lotta obbligatoria al suo vettore. "Di solito si effettua un primo trattamento insetticida a metà giugno, al fine di controllare gli stadi giovanili di S. titanus. Successivamente si interviene con un secondo trattamento dopo quindici-venti giorni, al fine di controllare le nascite scalari, nonché intercettare eventuali adulti sopravvissuti al primo trattamento o provenienti da aree limitrofe. In ogni caso è sempre bene consultare i bollettini per decidere il momento migliore per trattare", ci spiega Lavezzaro.

 

"Con la presenza di autunni sempre più miti, inoltre, sarebbe consigliabile effettuare un terzo trattamento in settembre, anche in post vendemmia, in modo da intercettare eventuali adulti presenti in campo".

 

L'importanza di una corretta difesa insetticida

 

Quali molecole utilizzare per la difesa?

Negli Anni Novanta, quando scoppiò la prima epidemia di flavescenza dorata, i viticoltori avevano a disposizione dei prodotti molto performanti, anche se con un profilo ecotossicologico sfavorevole, quali ad esempio il clorpirifos. Oggi gli strumenti nella cassetta degli attrezzi del viticoltore sono meno numerosi, ma non per questo la difesa è meno efficace.

 

Nei Disciplinari di Produzione Integrata ogni regione elenca le molecole utilizzabili per il controllo della cicalina della vite, tra cui l'agricoltore può scegliere. Di solito, come primo trattamento, si opta per un insetticida sistemico e con una buona persistenza, in grado di difendere la vite nel tempo dai giovani esemplari.

 

Su questo fronte una scelta possibile è Sivanto® Prime, un insetticida da poco lanciato da Bayer a base di flupyradifurone. Assorbito dalla parete fogliare, il prodotto viene ridistribuito all'interno della vegetazione e trasportato anche nella pagina inferiore della foglia di vite, dove si nutre la cicalina.

 

"Prove di campo hanno confermato una lunga durata d'azione, anche di ventuno giorni", sottolinea Cecilia Cavagnero, Technical Sales representative di Bayer per il Piemonte. "Questo permette di difendere la vite dalle nascite scalari. Inoltre, il fatto di avere un profilo ecotossicologico favorevole permette di preservare l'operato dell'entomofauna utile".

 

Come secondo trattamento, a quindici-venti giorni dal primo, è possibile invece utilizzare un prodotto abbattente di contatto, come ad esempio Flipper® o Decis® Evo. Il primo è un insetticida a base di sali potassici di acidi grassi, autorizzato in agricoltura biologica e attivo contro tutti gli insetti a corpo molle. "Flipper® è un prodotto estremamente selettivo e rispettoso degli insetti utili, come ad esempio quelli del genere Amblyseius, ma anche Nesidiocoris tenuis e Therodiplosis persicae", sottolinea Cecilia Cavagnero. "Inoltre ha una attività anche contro l'oidio".

 

Una larva di Scaphoideus titanus

Una larva di Scaphoideus titanus
(Fonte foto: Eppo, European and Mediterranean Plant Protection Organization)

 

Il prodotto, agendo per contatto, deve essere distribuito in maniera corretta, avendo cura di bagnare bene la vegetazione. In generale, quando si ha a che fare con S. titanus è bene utilizzare attrezzature ben tarate, con ugelli a doppio ventaglio e volumi di acqua adeguati, avendo cura di bagnare l'intera pianta, dalla base del tronco fino all'ultima foglia. La cicalina infatti tende a nascondersi all'interno della chioma, mentre i giovani esemplari spesso si trovano sui polloni.

 

Decis® Evo è un prodotto abbattente a base di deltametrina, un piretroide che ha dimostrato di essere estremamente efficace contro la cicalina della vite, ma anche contro Lobesia botrana, Drosophila suzukii e Popillia japonica. Unico aspetto da tenere in considerazione: per chi esporta verso gli Usa è un prodotto da non utilizzare in quanto non ammesso.

 

Flavescenza dorata, serve un approccio integrato alla difesa

La flavescenza dorata è una malattia subdola in quanto i sintomi non sono immediatamente individuabili e questo aumenta le chance che la cicalina della vite si infetti e allarghi il contagio.

 

Per questo motivo, il viticoltore che vuole preservare la produttività del proprio vigneto deve effettuare un monitoraggio attento in campo, estirpando le piante malate senza indugi, e approntare una difesa insetticida tempestiva, posizionando i prodotti a disposizione nei momenti più opportuni.

 

Solo mettendo in pratica questa strategia di gestione integrata della flavescenza dorata si può arginare il problema, come fatto negli anni Novanta. Per questo gli agricoltori sono i primi a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.

 

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Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line® è partner e su AgroNotizie® ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo

Appuntamento a giugno per la nuova puntata di Bayer AgriCampus




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