2024
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SafeWax e la superidrofobicità, un fenomeno naturale al servizio della protezione della vite

Attraverso un approccio innovativo e sostenibile, il progetto europeo SafeWax ha l'obiettivo di sviluppare, per mettere a disposizione dei viticoltori, una soluzione naturale per la protezione della vite da attacchi di peronospora e oidio

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La superidrofobicità è un meccanismo chimico fisico attraverso il quale alcune piante respingono l'acqua dalla loro superficie per proteggersi dagli agenti atmosferici (Foto di archivio)

Fonte immagine: Agronotizie

Tutto ciò che la natura mette a disposizione è fonte di ispirazione per l'uomo nella ricerca di soluzioni innovative ai problemi che affliggono l'agricoltura e la salute e il progetto SafeWax non fa eccezione.

 

Ispirato dal fenomeno naturale della superidrofobicità, osservabile sulla superficie delle foglie di loto, il progetto SafeWax ha l'obiettivo di sviluppare una soluzione che sfrutti questo meccanismo per proteggere la Vitis vinifera dalle principali malattie crittogamiche.


La superidrofobicità è infatti un meccanismo chimico fisico attraverso il quale alcune piante respingono l'acqua dalla loro superficie per proteggersi dagli agenti atmosferici: questo fenomeno aiuta anche le piante a ridurre l'accumulo di polvere e, soprattutto, a limitare la proliferazione di microrganismi patogeni come funghi e batteri.

 

SafeWax mira a replicare questo meccanismo in ambito agricolo, attraverso l'applicazione di una formulazione a base di acidi grassi per creare una pellicola protettiva sulle foglie e fornire a queste caratteristiche di superidrofobicità, prevenendo così il deposito di gocce d'acqua e lo sviluppo dei patogeni con particolare riferimento a peronospora ed oidio.

 

Il progetto SafeWax è stato finanziato dal programma Horizon Europe for Research and Innovation (grant agreement n. 101099462) ed è costituito da un consorzio composto da partner con competenze complementari che coprono 4 paesi: Germania, Francia, Italia e Israele. Il progetto, già partito, avrà la durata di 48 mesi (2023-2026) durante i quali il consorzio metterà in campo le competenze multidisciplinari atte a coprire ogni fase dello sviluppo di questa nuova formulazione: dall'ideazione (Istituto Technion, Israele) passando alla caratterizzazione fisica del film (dipartimento di Chimica dell'Università di Bologna, Technion e Basf), alla valutazione della sua efficacia in diversi ambienti controllati e in campo aperto (dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell'Università di Bologna attraverso i gruppi di viticoltura e di patologia vegetale e l'Institut Français de la Vigne et du Vin, Ifv), fino all'iter regolatorio da seguire per il futuro registro del prodotto (Eurofins).


In particolare, le prove agronomiche del progetto che includono la valutazione dell'efficacia contro la peronospora e l'oidio nella vite, saranno condotte in Italia e Francia. Si analizzerà inoltre se il prodotto possieda degli effetti sugli scambi gassosi e sull'uso dell'acqua per evidenziare i potenziali benefici in termini di conservazione della risorsa idrica.

 

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Pianta di vite in vaso trattata con SafeWax durante la stagione primavera estate 2024. La natura del prodotto conferisce alle foglie un aspetto argentato, creando una pellicola idrofobica che favorisce lo scivolamento delle spore dei patogeni. Questa pellicola idrofobica non presenta implicazioni negative sulla capacità fotosintetica delle piante, come evidenziato dalle analisi effettuate.

(Fonte: Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro Alimentari Distal, Università di Bologna)


SafeWax si inserisce quindi in un contesto agricolo complesso, in cui le malattie fungine come la peronospora rappresentano una minaccia significativa, soprattutto in viticoltura. Nel 2023, attacchi di peronospora in forma larvata hanno provocato ingenti danni, aggravati dalle condizioni climatiche avverse, con perdite di produzione fino al 90%. Tale situazione ha spinto il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste a disporre risarcimenti in 11 regioni italiane.


La sfida, dunque, è particolarmente impegnativa sia nell'ambito dell'agricoltura biologica, per le limitazioni all'uso del rame e per la carenza di fungicidi alternativi efficaci contro le principali crittogame della vite, che nell'agricoltura convenzionale o integrata a causa dell'insorgenza di resistenze nei confronti dei principi attivi più utilizzati.


In questo scenario, il progetto SafeWax assume un'importanza cruciale, poiché non solo sviluppa nuove soluzioni protettive per le piante, ma mira anche a ridurre la dipendenza da alcuni trattamenti attualmente disponibili, integrando e potenziando le strategie esistenti per contrastare le malattie fungine.

 

SafeWax contribuirà a rafforzare la resilienza dell'agricoltura, preparandola ad affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici, dalle restrizioni all'uso di determinati prodotti e dalla crescente domanda di un'agricoltura meno dipendente dagli agrofarmaci.

 

A cura di Mireia Ibanez, Ilaria Filippetti, Claudio Ratti e Alice Brannetti

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