Toscana, il cerambicide dal collo rosso non si ferma
Trovati nuovi focolai in provincia di Livorno, di cui uno anche piuttosto distante dagli altri, e allargata l'area delimitata relativa al primo ritrovamento

Un esemplare adulto di Aromia bungii, preparato per una collezione (Foto di archivio)
Fonte immagine: Wikipedia
Aromia bungii, il cerambicide dal collo rosso, continua ad espandersi in Toscana, anche se fortunatamente di poco.
Segnalato per la prima volta a Rosignano Solvay, nel comune di Rosignano Marittimo in provincia di Livorno, questo coleottero, classificato come una delle 20 specie aliene più pericolose per l'Unione Europea, non è stato ancora fermato, nonostante l'immediato tentativo di eradicazione.
Il Servizio Fitosanitario Regionale infatti ha comunicato che in seguito ai nuovi monitoraggi è stata ampliata l'area delimitata individuata intorno alla zona del primo ritrovamento, a causa della presenza di nuovi focolai.
E oltre a questo c'è stato un nuovo ritrovamento nella località di Chioma, sempre nel comune di Rosignano Marittimo, ma ad oltre 7 chilometri in linea d'aria dalla zona della prima segnalazione.
Una distanza non indifferente che fa pensare alla possibilità di un trasporto passivo dell'insetto da parte di veicoli con residui di legno infestato, come hanno ipotizzato i tecnici del Servizio Fitosanitario.
E ora anche in località Chioma partiranno le attività di eradicazione con il taglio e la distruzione delle piante infestate, per cercare di eliminare o almeno contenere il problema.
Aromia bungii è un insetto originario dell'Asia Nord orientale di dimensioni piuttosto grandi, con adulti di circa 4 centimetri di lunghezza, dalle antenne molto lunghe e con il corpo di un colore nero lucido, a parte una fascia rossa tra il capo e il torace, da cui deriva il nome di cerambicide dal collo rosso.
A causare i danni sono però le larve, che scavano gallerie nel legno di molte specie arboree da dove usciranno come adulti anche dopo 2 o 3 anni, portando a morte le piante nel giro di poco tempo.
La pericolosità di questo insetto è dovuta anche al fatto che può attaccare numerose piante, molte delle quali da frutto, come peschi, albicocchi, susini, ciliegi, olivi (tanto che un altro nome volgare è cerambicide cinese delle drupacee) e anche melograni e pioppi bianchi.
Inoltre è difficile anche il controllo, dal momento che le larve si trovano all'interno del legno che le protegge e al tempo stesso le nasconde, infatti quando si riesce a rilevarne la presenza ormai molti danni sono già stati fatti.
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Il monitoraggio e il tempestivo ritrovamento dell'insetto restano quindi uno dei metodi migliori per contrastare questo parassita.
E per questo i tecnici del Servizio Fitosanitari Regionale raccomandano di segnalare la presenza o il sospetto della presenza di questo insetto utilizzando l'indirizzo email appositamente dedicato: aromia.bungii@regione.toscana.it
Per approfondire è possibile scaricare la scheda su Aromia bungii.