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Vespa velutina, la telemetria usata sulle regine fondatrici

La prova è stata fatta in Lucchesia e ha permesso di individuare un nido primario e di vedere comportamenti non noti delle regine

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Un esemplare di Vespa velutina in fase di bottinamento (Foto di archivio)

Fonte immagine: Aurele Baretje - iNaturalist.org. - Wkipedia

È iniziata la primavera e iniziano i primi avvistamenti e le prime catture di Vespa velutina.

 

Avvistamenti che sono partiti già dalla prima metà di marzo in Liguria e nel Nord della Toscana, in provincia di Massa Carrara.

 

Gli esemplari che si trovano in questo periodo dell'anno sono in genere regine fondatrici, cioè regine fecondate in autunno, che hanno passato l'inverno nascoste in un qualche rifugio e che ora iniziano la costruzione del nido primario.

 

Vespa velutina infatti, come altri calabroni, fa due tipi di nidi: un nido primario, solitamente piccolo e in luoghi riparati dove la regina fondatrice alleva le prime uova, e poi, una volta che la famiglia di calabroni si è fatta più numerosa, viene fondato il nido secondario, molto grande, solitamente sui rami di un albero di alto fusto, dove la popolazione dei calabroni arriva fino a qualche migliaio di individui.

 

Da qui l'importanza di catturare ed eliminare le regine fondatrici o di distruggere i nidi primari: ogni regina fondatrice o nido primario eliminato impedirà la fondazione di un nido secondario e quindi lo sviluppo di una colonia con migliaia di calabroni.

 

E in questi giorni è iniziata anche una sperimentazione nuova portata avanti dall'Università di Pisa e dall'associazione Toscana Miele: la telemetria applicata sulle regine fondatrici.

 

La telemetria è una tecnica che sta venendo sempre più usata per individuare i nidi secondari di Vespa velutina. Si basa sull'applicazione di un tag su un calabrone che emette un segnale radio captato da una antenna e che permette di seguire il calabrone fino al nido.

 

Questa tecnica è stata applicata per la prima volta il 2 aprile 2025 su una regina fondatrice, a Camaiore, in provincia di Lucca.

 

L'idea è nata dal professor Antonio Felicioli del Dipartimento di Scienze Veterinarie di Pisa, che coordina il gruppo di lavoro toscano di contrasto al calabrone asiatico, ed è stata messa in pratica dalla dottoressa Gioia Mei, sempre dell'Università di Pisa, e da Walter Massagli della squadra antivelutina di Toscana Miele.

 

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Due particolari dell'applicazione del tag su un esemplare di Vespa velutina

(Fonte: Gioia Mei - StopVelutina)

 

L'uso della telemetria su una regina fondatrice potrebbe risultare superfluo per la lotta al calabrone asiatico, dal momento che basterebbe ucciderla per ottenere l'eliminazione di un nido.

 

Tuttavia questa tecnica si sta rivelando molto interessante dal punto di vista della ricerca e dello sviluppo delle conoscenze su questo insetto.

 

Già da questa prima prova sono venuti fuori due dati rilevanti: la distanza del nido primario dalla zona di bottinamento della regina (circa 250 metri) e la collocazione del nido stesso.

 

Infatti la regina è stata vista entrare nella spaccatura di una roccia, e lì è stata monitorata con una telecamera endoscopica che ha permesso di vedere il nido. Che poi è stato distrutto.

 

L'aspetto interessante è che per la prima volta in Italia è stato documentato un nido primario in un anfratto naturale, mentre fino ad oggi i nidi primari erano stati osservati solo sotto le grondaie dei tetti.

 

Una scoperta che fa capire come i possibili siti di nidificazione possano essere vari per quanto ancora non fosse noto.

 

Ora saranno effettuate altre prove di tracciamento delle regine, per cercare di studiarne il comportamento e cercare di approfondire alcuni aspetti come il raggio di azione e di bottinamento, le loro attività e le possibili zone di nidificazione.

 

Aspetti che potrebbero rivelarsi molto utili per aumentare l'efficacia della lotta a Vespa velutina.

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