2025
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Agrofarmaci contraffatti, crescono le segnalazioni

Bayer ha rinvenuto sul mercato dei flaconi di Velum® Prime contraffatti. Ma le segnalazioni provenienti da altre aziende sono molte e i recenti sequestri di prodotti falsificati provenienti dalla Cina lasciano pensare che il fenomeno abbia dimensioni importanti

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A sinistra il flacone originale di Velum® Prime, a destra quello contraffatto

Fonte immagine: Bayer Crop Science

L'ultima segnalazione, in ordine di tempo, è quella di Bayer, che ha trovato in commercio in Sicilia dei flaconi del suo Velum® Prime contraffatti. Il prodotto, un nematocida molto usato in orticoltura, all'apparenza sembrava originale, ma osservando bene il flacone alcuni rivenditori e agricoltori hanno individuato delle incongruenze tra la confezione sul mercato e quella prodotta da Bayer.

 

Sul tappo e sul collo della bottiglia in plastica mancava la scritta "Bayer". Inoltre, non era presente il sigillo olografico, che in tutto il mondo viene applicato sulle confezioni per impedirne la contraffazione. Non era poi presente il numero di lotto e anche l'etichetta, in spagnolo, conteneva delle imprecisioni, sia grafiche che di contenuto.

 

Dopo l'analisi del contenuto si è scoperto che i flaconi contenevano una miscela non del tutto identificata, differente dall'originale, al cui interno erano presenti molecole vietate in Europa e potenzialmente pericolose.

 

Sul flacone erano molte le imprecisioni

Sul flacone erano molte le imprecisioni

(Fonte foto: Bayer Crop Science)

 

Quanti flaconi illegali di Velum® Prime siano stati immessi in commercio non è dato sapere, ma a giudicare dalle segnalazioni provenienti anche da altre aziende il giro d'affari della criminalità organizzata è ampio. Ad ottobre dello scorso anno avevamo scritto un altro articolo, questa volta dedicato ad un prodotto da Nufarm Italia, il Kestrel®, anche questo arrivato in Italia illegalmente e contenente una miscela diversa da quella del prodotto originale.

 

Ma basta sfogliare i giornali per accorgersi che il fenomeno degli agrofarmaci contraffatti sta assumendo dimensioni preoccupanti. Ha fatto molto scalpore, ad esempio, il sequestro di 40 tonnellate di fitostimolanti a base di ciannamide avvenuto a Bari, dove la Guardia di Finanza ha bloccato al porto un carico proveniente dalla Cina. I contenitori, che non avevano regolare etichetta, erano probabilmente destinati ad aziende agricole pugliesi, ma non solo. Un sequestro che dimostra come i porti italiani rappresentino un punto nevralgico di accesso per questi prodotti illeciti.

 

Ancora più clamorosa è stata l'operazione condotta a Napoli nel marzo 2025, in cui sono state arrestate otto persone accusate di traffico di fitofarmaci adulterati. L'indagine ha portato anche al sequestro di beni per 8 milioni di euro, tra cui immobili e autovetture, riconducibili agli indagati. I prodotti immessi sul mercato erano falsi, spesso miscelati in modo non conforme, con rischi evidenti per la salute umana e per l'ambiente. Secondo le Forze dell'Ordine, i fitosanitari venivano spacciati per originali grazie a etichette e confezioni riprodotte con estrema precisione.

 

Non meno rilevante è stato il caso emerso in Veneto, dove i Carabinieri, nell'ambito dell'Operazione Synergy, hanno sequestrato 450 tonnellate di sostanze destinate all'agricoltura illegali e pericolose (per un valore commerciale di circa 15 milioni di euro). La base logistica era a Verona, ma le ramificazioni dell'organizzazione raggiungevano diverse regioni italiane. L'inchiesta ha permesso di smantellare una vera e propria rete criminale dedita all'importazione e alla commercializzazione di prodotti contraffatti, spesso provenienti da Paesi extra Ue.

 

A confermare la pervasività del fenomeno sono i dati dell'Europol, che parlano di un 10% del mercato degli agrofarmaci rappresentato da prodotti illegali. Ma secondo alcuni addetti ai lavori, interpellati in maniera informale, la percezione è che questo business abbia dimensioni ancora maggiori e stia crescendo a causa di una normativa europea che ha tagliato drasticamente il numero di sostanze attive a disposizione e a causa delle precarie condizioni economiche di tante imprese agricole, che trovano conveniente acquistare prodotti a basso costo, benché contraffatti.

 

Un traffico globale, organizzato e redditizio

Il commercio di agrofarmaci contraffatti non è un fenomeno circoscritto all'Italia, ma rientra in un contesto più ampio di traffici illeciti a livello globale. L'Europa è uno snodo chiave per l'importazione, la distribuzione e talvolta anche la produzione di agrofarmaci illegali. Una delle principali operazioni di contrasto a livello continentale è Silver Axe, condotta da Europol con il supporto dell'Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (Olaf) e delle autorità doganali e fitosanitarie degli Stati membri.

 

Dal 2015 ad oggi sono state sequestrate oltre 7mila tonnellate di fitosanitari. Le rotte principali passano per la Cina e l'India, dove spesso avviene la produzione di principi attivi non autorizzati nell'Unione Europea. Questi vengono poi esportati, talvolta con etichette fittizie o tramite triangolazioni commerciali che ne mascherano la provenienza. Una volta giunti in Europa, i prodotti possono essere rietichettati e immessi sul mercato con una parvenza di legalità, sfruttando i canali meno controllati o compiacenti.

 

Il problema, tuttavia, non si limita alla legalità formale: molti degli agrofarmaci illegali sequestrati contengono principi attivi vietati perché tossici per l'uomo, persistenti nel suolo e pericolosi per gli ecosistemi. Alcuni prodotti contengono miscele di sostanze incompatibili o in dosi eccessive, che possono causare danni all'ambiente e alle coltivazioni.

 

Per gli agricoltori che li utilizzano, spesso senza piena consapevolezza, i rischi sono altissimi: si espongono a sanzioni amministrative e penali, perdono l'eventuale certificazione dei raccolti e mettono a rischio la salute dei lavoratori agricoli.

 

Agrofarmaci contraffatti: un acquisto consapevole?

Comprendere le ragioni che spingono alcuni agricoltori ad acquistare agrofarmaci contraffatti è fondamentale per affrontare il problema alla radice. Se talvolta gli operatori possono fare acquisti in buona fede, nella maggior parte dei casi c'è la consapevolezza o almeno il dubbio che il prodotto acquistato non sia perfettamente legale.

 

Negli ultimi anni il settore agricolo ha dovuto fronteggiare una serie di crisi: dai rincari energetici all'inflazione, dal cambiamento climatico alle difficoltà di accesso al credito. In questo contesto, i costi dei prodotti fitosanitari regolari, soggetti a stringenti controlli di sicurezza e certificazione, sono percepiti come sempre meno sostenibili da parte di molte aziende agricole, soprattutto quelle più piccole. Quando poi si aggiunge la pressione commerciale di intermediari che offrono "occasioni" a basso costo, la tentazione di acquistare un prodotto contraffatto può diventare irresistibile.

 

Un altro elemento è rappresentato dalla scarsa informazione. In alcuni casi i prodotti contraffatti sono così ben imitati da risultare difficili da distinguere dagli originali, soprattutto per chi non è formato adeguatamente per riconoscerli. Nel caso del prodotto Bayer, ad esempio, basta controllare che sia presente il sigillo olografico per identificare il prodotto falso.

 

Anche perché i rischi che corrono gli agricoltori sono enormi e ricadono su più livelli. In primo luogo sugli agricoltori stessi, che utilizzando prodotti illegali o non conformi possono danneggiare le proprie colture, compromettere la qualità del raccolto e perdere l'accesso ai mercati. Possono inoltre incorrere in sanzioni economiche o penali, se mettono a rischio la salute delle persone e dell'ambiente.

 

A rimetterci è poi l'ambiente, visto che all'interno dei flaconi sono presenti delle sostanze di cui non si conosce l'origine e possono essere potenzialmente pericolose per gli ecosistemi. Ma non solo, perché anche il consumatore viene esposto al rischio di ingerire sostanze vietate in Europa o con concentrazioni che superano i limiti di legge.

 

Per questo motivo, davanti a chi propone agrofarmaci a prezzi sospetti, è sempre bene dire no e segnalare la possibile vendita fuorilegge al numero verde 800-913083.

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