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Vespa velutina, nidi anche sottoterra e in cavità nascoste

Vecchi e nuovi dati riportano che il calabrone asiatico può costruire nidi anche nel sottosuolo o in luoghi chiusi e nascosti. Un aspetto che non può essere trascurato per realizzare progetti di monitoraggio e di controllo realmente efficienti

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Un esemplare di Vespa velutina (Foto di archivio)

Fonte immagine: Siga - Wikipdia

C'è un aspetto della biologia di Vespa velutina che è stato sempre poco considerato, a volte solo accennato, ma che sporadicamente, e anche recentemente, torna ad essere notato e documentato: è la capacità di questo insetto di costruire nidi anche sottoterra o in luoghi chiusi e nascosti.

 

Vespa velutina è un calabrone originario del Sud Est asiatico che è arrivato in Europa nel 2004, dove si sta diffondendo velocemente, comportandosi come una specie invasiva particolarmente pericolosa per le api da miele, per alcune attività agricole e per le popolazioni di insetti impollinatori e l'equilibrio degli ecosistemi che colonizza.

 

Vespa velutina, come tutti gli altri calabroni, fonda colonie che non sopravvivono all'inverno, ma si disgregano con l'arrivo della brutta stagione. Svernano soltanto le regine nate in autunno e già fecondate, che a primavera fonderanno dei nuovi nidi.

 

In particolare Vespa velutina costruisce due tipi di nidi: i nidi primari e i nidi secondari.

 

I nidi primari sono quelli che vengono fondati in primavera dalle regine che hanno passato l'inverno, le cosiddette regine fondatrici. Sono nidi generalmente piccoli, in cui all'inizio è la stessa regina ad occuparsi di tutto: dalla costruzione dei favi di cellulosa, alla ricerca del cibo, all'allevamento delle prime larve.

 

Poi, quando la colonia raggiunge un numero di individui consistente, viene costruito un nido secondario, che può arrivare a fine estate a contare alcune migliaia di insetti.

 

Ma la differenza tra i due nidi non sta solo nelle dimensioni e nel numero degli esemplari che ospitano, ma anche nella loro collocazione.

 

Generalmente i nidi primari si trovano tra i rami di arbusti o sotto le grondaie dei tetti, mentre quelli secondari sono quasi sempre sui rami alti di alberi, anche a più di 10 metri da terra.

 

Ma è sulla localizzazione che stanno venendo fuori alcune novità

 

Nella maggior parte dei testi e degli articoli scientifici o divulgativi che siano, viene riportato che i nidi primari sono sui rami bassi di alberi e arbusti o sotto le grondaie. Tuttavia esistono dati che riportano come questi nidi possano trovarsi anche da altre parti

 

Dati che spesso sono poco considerati, ma che non possono essere trascurati, anche per il fatto che stanno aumentando a livello di segnalazioni.

 

Già in un lavoro del 2012 sulla distribuzione di questo insetto in Corea del Sud si riportava che i nidi primari si trovavano anche in posti chiusi, cosa che di per sé i cespugli e le grondaie non sono.

 

Ma sono i dati raccolti in Europa a parlare in maniera esplicita di nidi sotterranei e di nidi costruiti in cavità e luoghi chiusi naturali o meno.

 

Un articolo di ricercatori britannici del 2017, che riporta dati raccolti in Francia nel 2010, parla di una percentuale compresa tra l'1% e l'1,5% di nidi costruiti sottoterra, non specificando se si tratti di nidi primari o meno .

 

In un articolo pubblicato quest'anno dei ricercatori spagnoli dell'Università di Alcalà, che studiavano l'attività di alcuni antagonisti naturali di Vespa velutina, riportano ben 80 nidi sotterranei o costruiti in cavità naturali.

 

Di quest'anno anche il ritrovamento di un nido primario in un anfratto roccioso in Versilia (Lu), fatto dall'Università di Pisa insieme ai tecnici dell'associazione Toscana Miele che hanno utilizzato in via sperimentale la tecnica della telemetria su una regina fondatrice a primavera.

 

Si tratta forse di casi particolari o limitati, ma sono sempre casi che stanno emergendo e la cui consistenza deve essere valutata, soprattutto per poter realizzare progetti di monitoraggio e di controllo che siano sempre più mirati ed efficienti.

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