2025
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Acetamiprid, fra pubblicazioni scientifiche e pareri di Efsa

Alcune pubblicazioni scientifiche indicano la presenza del metabolita di acetamiprid nel corpo umano con possibili rischi per la salute. Efsa abbassa prudenzialmente dell'80% i residui della sostanza attiva. Cosa è successo nei fatti?

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Il caso acetamiprid, fra pubblicazioni scientifiche, posizioni ideologiche e pareri di Efsa

Fonte immagine: AgroNotizie® (modificata)

Ad acetamiprid è stato dedicato un approfondimento in relazione alla deroga triennale ottenuta in Francia, resa necessaria soprattutto dalle infestazioni di afidi e altri insetti su barbabietola da zucchero. La sostanza attiva, infatti, è autorizzata in Europa, ma Parigi aveva deciso di proibirla sul territorio nazionale al pari di tutti gli altri neonicotinoidi. Ora l'entomologia agraria ha presentato il conto e i cugini transalpini hanno dovuto riammettere acetamiprid, sebbene in forma di deroga rinnovabile. 


Nell'articolo precedente si era accennato a una ricerca che sarebbe stata alla base della proibizione nazionale, ricerca di cui Efsa era peraltro pienamente a conoscenza nel corso delle proprie valutazioni della sostanza attiva. Si è quindi deciso di realizzare sull'argomento una disamina in chiave tossicologica, poiché come spesso accade rischi e danni possono essere molto meno gravi di quanto paventato. 

 

La ricerca sui fluidi spinali

L'argomento è sicuramente impattante, dato che i ricercatori hanno analizzato sangue, urine e fluido cerebro-spinale di alcuni bambini e ragazzi leucemici o malati di linfomi, quindi soggetti anche a prelievi di fluido cerebro-spinale. Lo studio, dal titolo "Multiple neonicotinoids in children's cerebro-spinal fluid, plasma, and urine", è stato pubblicato su Environ Health nel gennaio 2022. 


Da agosto a dicembre 2020 sono stati analizzati i campioni di 14 individui dall'età compresa fra tre e 18 anni (mediana pari a 8 anni). Nella ricerca sono stati monitorati tutti i neonicotinoidi approvati a livello mondiale, più alcuni loro metaboliti. Tutti i campioni prelevati di liquido cerebrospinale e plasmatico sono risultati positivi ad almeno una sostanza. Nove campioni di liquido cerebrospinale (64%) e 13 di plasma (93%) contenevano più di un neonicotinoide. 


Sempre in tredici soggetti nel liquido cerebrospinale è stata rinvenuto N-desmetil-acetamiprid, principale metabolita di acetamiprid. Molto basse le concentrazioni, per un valore massimo di 0,1068 ng/mL (nanogrammi per millilitro) e una mediana di 0,0123 ng/mL ricavata utilizzando come dato minimo un valore inferiore al limite di quantificabilità analitica. Tale presenza è risultata coerente con quella nelle urine e nel sangue


Ma non solo acetamiprid e il suo metabolita sono stati rinvenuti nel gruppo considerato: in 6 casi su 14 è stato rinvenuto thiametoxam, in due imidacloprid e in sette sulfoxaflor, il quale appartiene alla specifica famiglia chimica delle solfossimine. In sei casi su 14 erano presenti tre differenti sostanze attive, incluso N-desmetil-acetamiprid. 


Sulfoxaflor, ove presente, ha mostrato una concentrazione mediana di 0,0053 ng/mL, ricavata da un solo valore di 0,0124 ng/mL, considerato come massimo, e un valore di 0,0024 preso come minimo sebbene al di sotto del limite di quantificabilità. Stessa cosa per thiametoxam, la cui mediana ha mostrato un valore pari a 0,0196 ng/mL ottenuta grazie a un massimo di 0,0765 ng/mL e un minimo stimato in 0,0054 ng/mL, ossia anch'esso al di sotto del limite di quantificabilità.

 

L'unico campione di liquido cerebrospinale in cui è stato rinvenuto imidacloprid ha mostrato un valore pari a 0,0153 ng/mL. Da ciò si desume che trattasi di uno studio che ha rilevato una presenza multipla di sostanze attive e non incentrata solo su acetamiprid. Nota di particolare interesse, acetamiprid non è mai stato trovato sopra al limite di quantificabilità in alcun campione, né di sangue, né di urine, né di fluido cerebro-spinale.

 

Tanti campioni positivi, quasi nessuno quantificabile

Nelle analisi in questione vi è un dettaglio non da poco: quasi nessun campione è risultato sopra al limite di rilevabilità. In pratica, vi è un solo individuo che ha mostrato un qualche valore misurabile analiticamente, preso come massimo, seguito da una fila di dati inferiori al limite di quantificabilità analitica. Quindi il valore minimo necessario per stimare la mediana è stato fissato al di sotto del suddetto limite. 


Così operando, nel sangue N-desmetil-acetamiprid è stato trovato 12 volte per un massimo di 0,1812 ng/mL e una mediana di 0,0215 ng/mL. Analogamente, nelle urine N-desmetil-acetamiprid è stato rivenuto 13 volte, per una mediana pari a 0,3235 ng/mL.

 

Come detto poco sopra, però, per entrambe le matrici biologiche i dati delle mediane derivano da un minimo fissato sotto al limite di quantificazione e un massimo pari rispettivamente a 0,1812 e 6,2753 ng/mL. In pratica, un singolo campione ha determinato il valore della mediana non avendo un dato quantificabile che rappresentasse il minimo. Tradotto: su 14 bambini solo uno ha mostrato un valore oggettivamente quantificabile di N-desmetil-acetamiprid, ossia che fosse superiore al limite minimo che consente di misurare una concentrazione in modo affidabile. 

 

Possono i neonicotinoidi avere effetti sulla salute? Cosa dice uno studio giapponese

Uno studio interessante in tema di neonicotinoidi e salute umana è stato sviluppato in Giappone e pubblicato su PlosOne con il titolo "Relationship between Urinary N-Desmethyl-Acetamiprid and Typical Symptoms including Neurological Findings: A Prevalence Case-Control Study".


In questo studio sono stati seguiti 19 individui con manifestazioni considerate tipiche per i disturbi neurologici e quindi considerati anch'essi "tipici", presentando mal di testa, stanchezza generale, palpitazioni/dolore al petto, dolore addominale, dolore/debolezza/spasmo muscolare e tosse.

 

Altri 16 soggetti sono stati considerati "atipici", poiché mostravano solo alcuni dei sintomi sopra esposti. Questi 35 soggetti sono stati confrontati con 50 individui non sintomatici. A tutti è stata analizzata l'urina al fine di individuare la presenza di neonicotinoidi e loro metaboliti. 


Come accaduto nella ricerca elvetica, neanche in Giappone è stato rinvenuto acetamiprid tal quale, bensì solo il suo metabolita. In aggiunta a N-desmethyl-acetamiprid sono stati rinvenuti thiametoxam, thiacloprid e nitenpyram (non impiegato in Italia). 


In effetti, sono state riscontrate differenze fra i tre gruppi, tipici, atipici e asintomatici, in cui N-desmethyl-acetamiprid è stato trovato rispettivamente nel 47,4 – 12,5 e 6% dei soggetti. Valori che salgono a 73,7 – 18,8 – 10% in compresenza di più sostanze attive nelle urine degli individui monitorati. Il valore massimo per il metabolita di acetamiprid è stato di 6 ng/mL, analogo a quanto trovato nei bambini svizzeri. 


Quindi, un'esposizione significativa, prolungata e cronica a più neonicotinoidi pare aver generato in alcuni soggetti specifici sintomi. Non è stata però trovata al momento una ricerca in cui sia stato possibile isolare acetamiprid e il suo metabolita, quindi nessuna valutazione epidemiologica può essere a oggi effettuata in termini di pesi specifici delle diverse sostanze attive sui sintomi riscontrati. Si attendono sviluppi.

 

Cosa dice Efsa

Come detto, acetamiprid è stato valutato anche a livello europeo ed Efsa si è espressa in tal senso. In primis, le caratteristiche di acetamiprid, altamente solubile in acqua, permettono alla molecola di diffondere facilmente tramite il flusso ematico in ampie porzioni del corpo, rinvenendosi soprattutto in fegato, reni, ghiandole surrenali e tiroide. Ciò per lo meno nei test di laboratorio su cavie


Per la medesima ragione, ossia l'estrema solubilità della sostanza attiva e il suo basso valore di LogKow (0,8), l'escrezione nelle urine è risultata molto rapida già nelle prime 24 ore dopo la somministrazione. Oltre il 90% della sostanza attiva è stata escreta via urine nel volgere di 96 ore (4 giorni). A seguito di singola somministrazione orale nei ratti, acetamiprid viene inoltre metabolizzato in ragione del 50-70% della dose escreta in veste di metaboliti sia nelle urine sia nelle feci. Quindi, la sostanza può circolare nel corpo, ma vi si degrada e viene escreta rapidamente senza mostrare fenomeni di accumulo. 


Dal punto di vista tossicologico, il Noael (No adverse effect level) è stato fissato a 1.000 mg/kg nella dieta, equivalente a 88,4 mg/kg di peso corporeo al giorno nelle cavie. A tale dose, estremamente elevata rispetto a quanto si può stimare venga assunto acetamiprid con la dieta, si è rilevata una riduzione del peso corporeo nei ratti maschi. 


La dose massima somministrata nei test è stata pari a 1.600 mg/kg di cibo pari a 141 mg/kg di peso corporeo al giorno nelle cavie. Dose alla quale si è ravvisato un aumento del peso del fegato (Noael) e dei livelli di trigliceridi, con una diminuzione per contro dell'α1-globulina. 


Il Rar rivisto sull'acetamiprid (Paesi Bassi, 2016) considera acetamiprid causa di tossicità epatica su ratti in test di 90 giorni a 200 mg/kg nella dieta, equivalenti a 12,4 e 14,6 mg/kg di peso corporeo al giorno, rispettivamente per maschi e femmine. 


Infine, gli studi sul metabolita non vengono reputati da Efsa sufficienti per giungere a specifiche conclusioni e pertanto il Peer Review Meeting del 19 novembre 2023 ha proposto gli stessi valori di riferimento tossicologici (DGA e ARfD) fissati per acetamiprid. 


Come detto, Efsa ha anche considerato lo studio elvetico sui 14 bambini e giovani malati di leucemia e linfomi, osservando che, testuale, "[...] questi risultati non sono generalizzabili alla popolazione pediatrica generale, dato che la popolazione dello studio era composta da bambini con tumori linfoematopoietici (bias di selezione) e i tumori possono influenzare la permeabilità della barriera ematoencefalica e la funzione della barriera del plesso coroideo, favorendo così un maggiore ingresso di sostanze chimiche nel cervello".

 

Quindi i risultati potrebbero essere stati sfalsati in chiave peggiorativa rispetto alla popolazione sana. E non pare scelta "umana" sottoporre a prelievo spinale dei ragazzi sani solo per cercare acetamiprid e il suo metabolita.

 

Residui abbassati dell'80%

In considerazione di quanto sopra, e pensando che ormai dei neonicotinoidi classici resta solo acetamiprid, appare quindi abbastanza draconiano abbassare di cinque volte i residui di acetamiprid sulle diverse colture in etichetta.

 

Le indicazioni scientifiche raccolte, che pur esistono, non permettono infatti di guardare a questa sostanza attiva come a un agente di per sé nocivo sulla salute dei cittadini alle dosi attualmente assorbite con la dieta. 


Si spera quindi che nel prossimo futuro giungano solidi studi a supporto dell'insetticida, utili a ridisegnarne più razionalmente i profili residuali. Anche perché ormai da utilizzare resta davvero poco e ai parassiti nulla ne cala delle diatribe legate a questo insetticida, siano esse ideologiche oppure normative

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