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Legno nero della vite, la soluzione è agronomica

La malattia del legno nero è causata da un fitoplasma trasportato da un insetto, Hyalesthes obsoletus, che vive su piante erbacee intorno al vigneto. ll suo controllo, di tipo agronomico, risulta cruciale per arrestare la malattia

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Un adulto di Hyalesthes obsoletus, vettore del legno nero della vite

Fonte immagine: iNaturalist

Il legno nero e la flavescenza dorata sono due malattie della vite causate da due distinti fitoplasmi, minuscoli microrganismi che colonizzano i vasi linfatici delle piante causando squilibri metabolici e un generale indebolimento degli ospiti, fino alla loro morte. Se i sintomi di questi due giallumi della vite sono identici, il vettore che diffonde la malattia è invece molto diverso.

 

Nel caso della flavescenza dorata si tratta di una cicalina, Scaphoideus titanus, che compie il suo intero ciclo di vita sulla vite. Si infetta su piante malate e poi, visitando quelle sane, diffonde il contagio. Nel caso del legno nero, invece, il vettore è Hyalesthes obsoletus, una specie di omottero appartenente alla famiglia Cixiidae. H. obsoletus vive prevalentemente su piante erbacee, come l'ortica e il convolvolo, dove si infetta con il fitoplasma, e solo occasionalmente visita i vigneti.

 

Se dunque i due fitoplasmi, quello della flavescenza dorata e quello del legno nero, causano nella vite gli stessi sintomi e sono parimenti pericolosi per la viticoltura (anche se solo per il primo è prevista la lotta obbligatoria), a differire è il vettore che trasporta il patogeno sulla vite. Vediamo dunque qual è la biologia di Hyalesthes obsoletus e come può essere controllato.

 

Ciclo biologico di Hyalesthes obsoletus

Hyalesthes obsoletus è un insetto conosciuto per essere il principale vettore del fitoplasma responsabile del legno nero della vite (Candidatus Phytoplasma solani). Si tratta di una cicalina polifaga che non vive stabilmente sulla vite, ma si nutre su piante erbacee per svilupparsi. Tra queste le più comuni sono l'ortica, il convolvolo, l'artemisia, il senecio e la morella, piante frequentemente presenti nei fossi e nelle capezzagne dei vigneti.

 

Il ciclo biologico prevede un'unica generazione annuale. Le femmine depongono le uova nel terreno, in prossimità delle radici delle piante ospiti erbacee, dove le neanidi svernano. Con l'arrivo della primavera e l'aumento delle temperature le neanidi iniziano la loro attività trofica, crescendo a scapito degli apparati radicali attraverso vari stadi ninfali fino allo stadio di adulto. Il volo degli adulti si verifica generalmente tra fine giugno e agosto, con un picco di presenza che si osserva a metà luglio, variabile in base alle condizioni climatiche e alla latitudine.

 

Durante il periodo di volo, H. obsoletus può spostarsi occasionalmente sulle viti, trasmettendo il fitoplasma acquisito dalle piante ospiti spontanee attraverso le punture di alimentazione. La capacità infettiva degli adulti è elevata, con una percentuale significativa di individui portatori del fitoplasma durante il volo.

 

Legno nero - insetto vettore: Hyalesthes obsoletus

Legno nero - insetto vettore: Hyalesthes obsoletus

(Fonte foto: Servizio Fitosanitario Canton Ticino)

 

Strategie di controllo

Il controllo del legno nero non può essere affrontato con i tradizionali trattamenti insetticidi utilizzati contro gli altri fitofagi della vite, poiché H. obsoletus vive principalmente su piante spontanee e si sposta sulla vite solo occasionalmente e per brevi periodi. L'unica strategia realmente efficace è di tipo agronomico e si basa sul controllo della popolazione e delle sue piante ospiti principali.

 

Le pratiche consigliate comprendono:

  • Inerbimento controllato: evitare l'inerbimento naturale del vigneto che favorisce lo sviluppo delle piante ospiti di H. obsoletus. Nella scelta delle essenze per l'inerbimento, è preferibile scegliere specie monocotiledoni, meno appetibili per il vettore.
  • Sfalcio frequente: eseguire tagli regolari della vegetazione spontanea lungo le capezzagne e nei fossi intorno al vigneto, iniziando dalla primavera e proseguendo fino alla comparsa degli adulti. Lo sfalcio iniziale serve ad ostacolare lo sviluppo delle forme giovanili, che si nutrono delle radici delle infestanti, mentre è necessario lasciar sviluppare le piante in estate, in modo da agevolare la presenza di un habitat ideale per H. obsoletus, che così non migrerà sulla vite.
  • Spollonatura: l'insetto viene attratto dalle giovani foglie dei polloni, che dunque devono essere eliminate tempestivamente.
  • Lavorazioni del terreno: nei mesi freddi è buona norma effettuare fresature o lavorazioni superficiali del terreno per esporre ai rigori dell'inverno le forme svernanti.

 

Queste pratiche agronomiche, se attuate in modo continuativo e coordinato tra i vigneti confinanti, possono ridurre in modo significativo le popolazioni di H. obsoletus, abbassando la pressione della malattia e limitando l'infezione delle piante sane.

 

Utilizzo di induttori di resistenza

Una strategia innovativa studiata presso l'Università Politecnica delle Marche ha dimostrato che trattamenti settimanali con induttori di resistenza (chitosano, glutatione più oligosaccarine, fosetyl-al e benzotiadiazolo), possono ridurre significativamente la percentuale di viti sintomatiche di legno nero, stimolando le difese naturali delle piante e promuovendo la remissione dei sintomi senza effetti negativi sulla produzione o sulla qualità dell'uva.

 

Questi trattamenti hanno portato a un recupero fino al 50% delle piante infette, con miglioramenti nella qualità dei grappoli e una riduzione di quelli disidratati, dimostrando la possibilità di integrare un approccio agronomico innovativo per la gestione sostenibile del legno nero nei vigneti.

 

Ma perché su flavescenza dorata questo approccio non è possibile? Anche in questo caso è un problema di vettori. Scaphoideus titanus si infetta su viti malate e dunque avere piante contagiate in vigneto, anche se non sintomatiche, significa avere delle possibili fonti di infezione.

 

H. obsoletus invece si infetta sulle piante spontanee e non sulla vite, avere dunque degli esemplari malati in campo non aggrava la situazione. Il problema riguarda l'identificazione dell'agente causale delle malattia, visto che flavescenza dorata e legno nero presentano gli stessi sintomi.

Leggi anche Induttori di resistenza, attenzione al tempo di mantenimento

Sintomi del legno nero

Il legno nero manifesta sintomi soprattutto durante il periodo estivo, coinvolgendo foglie, tralci e grappoli. I sintomi iniziano dalle foglie basali e si estendono verso quelle apicali. Sulle varietà a bacca bianca le foglie assumono una colorazione giallo vivo, mentre sulle varietà a bacca nera tendono ad arrossarsi intensamente. Le foglie colpite mostrano accartocciamento verso il basso del lembo, una caratteristica lucentezza con riflessi metallici sulla pagina superiore e necrosi delle nervature, con filloptosi anticipata e piccioli che rimangono attaccati al tralcio.

 

I tralci spesso restano erbacei o lignificano solo parzialmente fino a tarda stagione, con sviluppo ridotto e internodi che assumono un andamento a zig zag. Su infiorescenze e grappoli i sintomi variano in base alla fase fenologica al momento dell'infezione: i fiori possono avvizzire e i grappoli disseccarsi, con disidratazione degli acini.

 

Alcuni dei sintomi di legno nero e flavescenza dorata

Alcuni dei sintomi di legno nero e flavescenza dorata

(Fonte foto: Regione Piemonte)

 

La gravità dei sintomi dipende dalla sensibilità varietale, con cultivar come Chardonnay, Trebbiano, Pinot Nero, Cabernet Franc e Sangiovese particolarmente suscettibili. Negli impianti adulti la malattia si manifesta inizialmente sulle piante ai margini del vigneto, dove il vettore si insedia inizialmente per poi diffondersi verso l'interno, mentre nei giovani impianti, se l'infezione deriva da materiale vivaistico contaminato, i sintomi possono comparire in modo casuale all'interno dell'intero appezzamento.

 

Una diagnosi precisa della malattia richiede analisi biomolecolari su tessuti vegetali sintomatici, poiché i sintomi del legno nero possono essere confusi con altre fitoplasmosi della vite, come flavescenza dorata, appunto.

 

Potature, innesti e nuovi vigneti

Quando si deve realizzare un nuovo impianto, tra le strategie per il contenimento del legno nero nel futuro vigneto emerge l'uso di varietà meno suscettibili e l'eliminazione del fitoplasma dal materiale di propagazione attraverso diverse tecniche (come la termoterapia) in grado di eliminare il patogeno dal materiale di propagazione.

 

Un altro approccio operativo utile in vigneto è rappresentato dall'estirpazione parziale e dalla potatura drastica delle parti sintomatiche, che stimolano la remissione dei sintomi, e dall'innesto di marze sane su piante sintomatiche, pratica che ha mostrato di aumentare la percentuale di piante recuperate e di ridurre la progressione della malattia.

 

Molti studi si stanno poi concentrando sul controllo biologico del fitoplasma e del suo vettore. In ambiente di laboratorio o di serra è stata dimostrata l'efficacia dell'uso di biocontrollo microbico, in particolare con il batterio endofita Frateuria defendens, capace di ridurre il titolo del fitoplasma nelle viti infette, e l'impiego di funghi e nematodi entomopatogeni (Metarhizium anisopliae, Steinernema carpocapsae) per il contenimento delle popolazioni di H. obsoletus. Si tratta, tuttavia, di ricerche che, sebbene promettenti, sono ancora lontane dall'essere sfruttabili in campo.

 

Non solo H. obsoletus: sempre più vettori fantasma

Uno studio pubblicato su Scientific Reports ha messo in luce che, oltre a Hyalesthes obsoletus, esistono altri otto insetti vettori capaci di trasmettere il fitoplasma del legno nero alla vite: Dicranotropis hamata, Laodelphax striatella, Dictyophara europaea, Philaenus spumarius, Aphrodes makarovi, Euscelis incisus, Euscelidius variegatus e Psammotettix alienus/confinis. Tutti identificati in vigneti italiani con alta incidenza di legno nero.

 

Questi insetti, spesso associati a piante erbacee comuni nei vigneti e nei loro margini, si sono rivelati in grado di trasmettere il fitoplasma, ampliando così la conoscenza sull'epidemiologia del legno nero e sottolineando la necessità di una gestione integrata non solo di H. obsoletus, ma anche di questi vettori alternativi, per gestire in modo più efficace la malattia nei vigneti.

 

Di gestione del vigneto abbiamo parlato anche nel nostro podcast "Terra di Denari". Nella puntata numero 4, qui sotto, il viticoltore Angelo Iannotti ci spiega quanto è importante gestire bene la difesa fitosanitaria per ottenere maggiore redditività aziendale.

 

Difesa fitosanitaria e sostenibilità economica in viticoltura: ascolta il podcast

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