2025
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Oidio della vite, quando le rose funzionavano da Dss

In vigneto, i contadini erano soliti piantare ad inizio filare delle piante di rose che, ammalandosi prima di oidio, consentivano una difesa più tempestiva delle viti. Una funzione che oggi viene svolta, più efficacemente, dai Dss

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Facendo un paragone, la rosa funziona come un moderno Dss (Foto di archivio)

Fonte immagine: © lotharnahler - Adobe Stock

La tradizione vuole che nei vigneti, all'inizio dei filari di vite, i contadini piantassero delle rose, con il duplice compito di facilitare le svolte con gli animali (che stavano lontano da quei cespugli spinosi), nonché avvertirli in anticipo di possibili attacchi di oidio.

 

Online è possibile trovare spiegazioni semplicistiche di questo fenomeno. Si racconta infatti che l'oidio attacca prima la rosa, più sensibile, e successivamente la vite. In realtà, ci ricorda Maria Lodovica Gullino dell'Università di Torino, si tratta di due patogeni fungini ben distinti. L'oidio della rosa (che attacca anche il pesco, un'altra rosacea) è Podosphaera pannosa, mentre l'oidio della vite è Uncinula necator. Si tratta quindi di due specie ben distinte, anche se causano sintomi molto simili alle piante.

 

Ad ogni modo, quando le condizioni ambientali sono favorevoli, P. pannosa attacca precocemente la rosa, mentre quello della vite (U. necator) ha un percorso infettivo più lento. I sintomi della malattia si vedono quindi prima su rosa che su vite, e permettono all'agricoltore si trattare tempestivamente le piante con lo zolfo, limitando i danni.

 

Facendo un paragone, la rosa funziona come un moderno Dss, Decision Support System. I Dss sono software al cui interno sono presenti dei modelli, degli algoritmi, che descrivono il comportamento biologico di piante e patogeni, come vite (Vitis vinifera) e oidio (U. necator). Utilizzando i dati meteo riescono a fornire all'agricoltore una indicazione del livello di rischio di diffusione del patogeno in campo. Un po' come faceva la rosa (in maniera molto più approssimativa), che si ammalava prima quando le condizioni ambientali erano predisponenti a P. pannosa. La prova che ieri, come oggi, avere accesso alle giuste informazioni può fare la differenza.

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