Batterio responsabile della macchiettatura del pomodoro, avversità ampiamente diffusa in numerosi paesi del mondo, segnalata anche in Italia a partire dal 1951. Può attaccare tutte le parti epigee della pianta, con sintomi particolarmente evidenti sui frutti.
Trattasi di un batterio di tipo bastoncelliforme, con estremità arrotondate e appuntite, con cellule isolate e accoppiate, munito di più flagelli polari e molto mobile. E' asporigeno e gram-negativo
P. syringae pv. tomato si diffonde soprattutto attraverso i semi di pomodoro (imbrattandosi al momento dell'estrazione), conservandosi inoltre sui residui colturali di piante contaminate.
A carico dei semi, la conservazione può essere portata avanti anche per molti anni.
Il batterio può raggiungere anche una diffusione ubiquitaria sopravvivendo nella rizosfera di diverse essenze spontanee.
La penetrazione a danno del frutto si realizza solitamente attraverso le micro-ferite generate dall'abrasione dei peli. Gli attacchi fogliari avvengono invece per via stomatica.
La temperatura ottimale per lo sviluppo della malattia è di circa 23°C. Le infezioni iniziano a svilupparsi a temperature comprese tra i 13 e i 28°C, con tenori umidità relativa molto elevati. Il batterio può quindi svilupparsi durante quasi tutto il ciclo di coltivazione della coltura.
Le giovani foglie colpite manifestano macchi di piccole dimensioni, di colore bruno-nerastre, dalla forma rotondeggiante, del diametro massimo di un millimetro o poco più. Col progredire della malattia le macchie vengono circondate da un alone clorotico che, se molto fitte, si congiungono dando origine ad estese maculature giallastre.
Su steli e peduncoli compaiono macchiettature simili a quelle fogliari, sovente allungate nella direzione dell'asse dell'organo colpito.
A carico dei frutti si manifestano minuscole macchie di forma tondeggiante, leggermente in rilievo, con la presenza di croste nella parte superiore; nei frutti verdi sono circondate da un leggero alone idropico, sul frutto maturo da un alone giallastro.
La dimensione delle macchie varia in funzione dell'età dei frutti (dimensioni maggiori sui frutti più giovani). L'alterazione interessa soltanto gli strati più superficiali delle cellule.
Oltre che per il deprezzamento cagionato sui frutti, la malattia risulta assai pericolosa in ragione della caduta prematura delle foglie conseguente alle infezioni fogliari.
Impiegare seme sano e/o opportunamente disinfettato. Effettuare ampie rotazioni colturali. Realizzare concimazioni equilibrate. Eliminare la vegetazione infetta. Trapiantare piante sane dando la preferenza a cultivar tolleranti.
indipendentemente dalla coltura
1998 - Funghi, batteri, virus - volume unico
Le linee di pomodoro quasi isogeniche Rio Grande (Rig) e Rimone (Rim), si differenziano nel controllo genetico della reazione al batterio Pseudomonas syringae pv. Tomato e all'insetticida organofosforco fenthion: Rig è sensibile al ...
1992 - Funghi e batteri - volume secondo
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