La flavescenza dorata è una grave malattia della vite provocata da fitoplasmi (organismi procarioti unicellulari, della classe dei Mollicutes, ad habitat floematico). Questi microrganismi sono parassiti obbligati in quanto vivono solo all’interno dei vasi floematici o all’interno dei loro vettori (insetti e cuscuta). I fitoplasmi responsabili di questa malattia sono i Candidatus Phytoplasma vitis e vengono trasmessi attraverso il vettore Scaphoideus titanus (cicalina della flavescenza dorata). La flavescenza dorata è oggetto di lotta obbligatoria in tutto il territorio nazionale.
Il fitoplasma della flavescenza dorata, come tutti i fitoplasmi, è presente nel floema (tubi per il trasporto della linfa elaborata) ed è trasmesso dall’insetto Scaphoideus titanus; questo, diventa in grado di trasmettere il fitoplasma dopo un mese che l’ha acquisito da una pianta infetta. La cicalina della flavescenza dorata compie un ciclo all’anno, le forme giovanili compaiono da metà maggio mentre gli adulti compaiono dalla seconda metà di luglio. La trasmissione avviene anche per innesto anche se a livello pratico non è molto importante perché gli innesti non attecchiscono o danno origine a piante molto deboli.
I sintomi sono diversi e interessano tutti gli organi aerei della pianta; i sintomi più caratteristici sono quelli a carico delle foglie, queste presentano una colorazione giallo vivo o rosso intenso, rispettivamente su vitigni a bacca bianca e su vitigni a bacca nera; l’alterazione del colore può interessare tutta la lamina o solo una parte, anche le venature subiscono l’alterazione cromatica (a differenza dell’accartocciamento fogliare della vite, causata da virus, in cui le nervature rimangono verdi nonostante le alterazioni cromatiche della foglia). Sui vitigni più sensibili i margini delle foglie si ripiegano verso il basso dando alle foglie un aspetto a triangolo. La pianta può presentare solo alcuni tralci con foglie con alterazione del colore, a volte sullo stesso tralcio vi sono foglie sane e foglie sintomatiche, o l’intera pianta risulta sintomatica, questo avviene con i vitigni più sensibili. Le foglie alterate vanno incontro ad una caduta anticipata.
I tralci presentano internodi raccorciati e la loro lignificazione non avviene, quindi questi appaiono verdi, di consistenza morbida e gommosa e dal portamento cadente; sui tralci sono osservabili in molti casi la presenza di pustole nerastre. La vegetazione quindi si presenta affastellata e con portamento piangente. Con l’inverno i tralci colpiti (scarsamente lignificati) imbruniscono.
Sui grappoli la sintomatologia è varia, vi è l’aborto dei fiori, disseccamento e colatura delle infiorescenze, appassimento degli acini; all’epoca della raccolta si possono osservare molti grappoli vuoti o se vi sono degli acini questi si presentano piccoli e verdi.
La difesa è solo di tipo preventivo, è importante l’impiego di materiale di moltiplicazione sano, lotta all’insetto vettore ed eradicazione delle piante infette, in modo da ridurre le fonti di inoculo in campo; essendoci un decreto di lotta obbligatoria (decreto ministeriale 31 maggio 2000), l’estirpazione delle piante infette è obbligatorio nelle aree “focolaio”, cioè quelle aree in cui vi sono ancora pochi focolai della malattie ed è possibile la sua eradicazione.
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