Microrganismo diffuso in tutte le aree di coltivazione del pesco; i danni da esso cagionati assumono particolare rilievo nelle zone caratterizzate da primavere fredde e umide, arrivando anche a compromettere la sopravvivenza delle piante.
Gli aschi maturi, delle dimensioni di 10 x 32 micron, contengono generalmente 8 ascospore di forma sferica, di 3-4 micron di diametro e ialine. Le ascospore possono germinare immediatamente o meno, dando origine alle ife (premiceli) o alle conidiogemme.
La crittogama supera l'inverno come ascospora e conidiogemme originate per gemmazione, nelle anfrattuosità del ritidoma delle piante, o in corrispondenza delle lesioni cancerose generate sui rametti dalle infezioni primaverili, o fra le perule delle gemme.
Tali elementi riproduttivi sono poi convogliati, dall'acqua piovana ed altri vettori, a contatto con le gemme ancora chiuse o in corso di schiusura.
T. deformans può colpire i nuovi germogli fin dai primi stadi di accrescimento. Il promicelio (generato dalla germinazione di un'ascospora o di una conidiogemma) penetra la cuticola delle giovani foglie dando luogo ad un micelio che, insinuandosi fra le cellule, parassitizza gli strati di tessuto sottostanti. Le ife più superficiali, in seguito, producono le fruttificazioni sessuate del patogeno (aschi), che perforano il mantello cuticolare uscendo all'esterno, formando una sorta di palizzata che conferisce alla superficie fogliare il caratteristico aspetto vellutato.
Il primo ciclo di sviluppo si conclude con la differenziazione delle ascospore. A questo punto gli elementi riproduttivi del fungo danno origine ai premiceli in grado di dare inizio a nuovi centri di infezione (in questo modo possono susseguirsi diversi cicli di infezione).
Se vengono a mancare le condizioni ambientali favorevoli (clima e presenza di piante non suscettibili alla malattia), gli elementi riproduttivi si dispongono ad entrare in stato quiescente, per superare i rigori invernali.
L'intensità dell'attacco della malattia varia in funzione della diversa suscettibilità delle varie cultivar di pesco esistenti.
Lo sviluppo della malattia subisce un arresto completo appena il clima tende al caldo-secco: gli organi vegetali vanno in questo caso soggetti ad un rapido deperimento, che porta alla morte e al successivo distaccamento; a questo punto, gli organi vegetali sani divengono di fatto refrattari all'infezione, anche se ormai il fungo ha già espresso in pieno la sua attività dannosa, legata soprattutto alla più o meno intensa riduzione della capacità fotosintetica con conseguente deperimento della pianta, con ripercussioni anche sullo sviluppo vegetativo nelle successive annate.
Gli attacchi di Bolla del Pesco avvengono a carico di foglie, giovani germogli e frutticini, con maggiore incidenza sui lembi fogliari. I primi sintomi di alterazione si presentano fin dai primi stadi di accrescimento, dal raggiungimento di un centimetro quadrato di superficie. I lembi fogliari infettati presentano bolle rossastre, con parte convessa solitamente rivolta verso l'alto, che crescendo convergono ricoprendo talvolta tutta la pagina fogliare. I tessuti fogliari colpiti ispessiscono diventando turgidi, carnosi e fragili. Gli elementi colpiti possono talvolta assumere, in alternativa alla pigmentazione rossastra, un colore verde sbiadito, clorotico o tendente al biancastro. In entrambi i casi, la superficie fogliare assume via via un aspetto ceroso, tendente al pruinoso, legato alla presenza delle fruttificazioni sessuate del fungo.
A fine primavera le foglie colpite, già bollose, accartocciate e contorte, cadono prematuramente lasciando la pianta più o meno spoglia.
I giovani rami colpiti divengono carnosi, contorti, si ispessiscono e sviluppano internodi ravvicinati.
I frutticini, particolarmente suscettibili all'infezione durante i primi stadi di sviluppo, sono attaccati da T. deformans raramente. Se colpiti presentano escrescenze piuttosto estese e poco rilevate, di color verde pallido o rossastra; può sopravvenire una loro cascola prematura.
indipendentemente dalla coltura
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