E' la più grave patologia fungina del riso; diffusa a livello mondiale, è particolarmente virulenta in Asia, Europa, Centro e Sud America ma è stata segnalata anche in Australia e Nord America.
Le ife sporifere di P. oryzae sono epilliche, di forma arrotondata e fuoriescono a grappoli dagli stomi o dalla lamina fogliare.
I conidiofori sono cilindrici, dotati di 2-4 setti e possono sostenere da uno a venti conidi, principalmente sulla Cellula apicale.
I conidi possono essere piriformi o clavati; mostrano settazione trasversale (2 o 3 setti) e sono di colore ialino-oliva pallido.
Le dimensioni dei conidi possono variare in funzione delle condizioni ambientali e dei diversi ospiti: quelli formatisi con temperature di 27-30°C in condizioni di umidità sufficiente sono più lunghi di quelli originati a temperature di 18-22°C in ambiente secco.
Nel nostro Paese le condizioni predisponenti l'insorgere dell'infezione si presentano nel mese di luglio. Il lasso di tempo necessario ai conidi per invadere le cellule dell'ospite varia in funzione della temperatura: 10, 8 o 6 ore con temperature, rispettivamente, di 32, 28 e 24°C.
La produzione di conidi sulle lesioni avviene 6 giorni dopo l'infezione. Ogni lesione origina da 2000 a 6000 conidi al giorno per un periodo di circa 2 settimane, in caso di elevata umidità relativa dell'aria. I conidi, in massima parte, sono generati e diffusi durante la note ed il loro rilascio necessita di rugiada e di correnti d'aria.
Nelle zone temperate il patogeno sverna sulle sementi, sulle stoppie e su alcune erbe infestanti infette.
Sulle foglie basali, nel mese di luglio, fanno la loro comparsa macchie rotondeggianti (del diametro di 2-3 mm), di colore rosso-bruno. tali necrosi, sulle cultivar suscettibili, si ingrossano e allungano nel senso delle nervature fogliari, assumendo presto un aspetto fusiforme, con parte centrale color grigio chiaro, un primo anello bruno ed un secondo alone giallastro.
Se le macchie confluiscono, le lamine fogliari assumono un colore giallo-rossastro e le foglie stesse finiscono per disseccare: è a questo punto che la pianta assume il tipico aspetto bruciato, da cui il nome 'brusone'.
Su nodi e culmi le necrosi sono di colore nero o marrone intenso. Con attacchi precoci la parete superiore del culmo, cui non arriva più nutrimento, dissecca e muore.
Le pannocchie già fuoriuscite presentano spighette vuote e glume bianche.
Con attacchi ancora più tardivi, si ha la maturazione di poche cariossidi, la maggior parte delle quali deformate. I meristemi e i parenchimi delle foglie e dei culmi invasi dal patogeno, unitamente all'occlusione di xilema e floema da parte del micelio fungino cagionano l'arresto della circolazione della linfa, con conseguente morte della pianta.
Orientare la scelta varietale su cultivar tolleranti. Effettuare concimazioni azotate equilibrate. Evitare semine troppo fitte e ritardate.
indipendentemente dalla coltura
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