Malattia molto grave, provocata da un ascomicete, che si sviluppa su numerose colture arboree ed erbacee (vite, fragola, pomacee, drupacee, cucurbitacee, rosa, ecc.) ma anche sui resti della vegetazione spontanea. L'agente è classificato con due nomi, quello di Sclerotinia fuckeliana, per la forma ascogena, e quello di Botritis cinerea, per la forma conidica, questa seconda forma è prevalente dato che la prima risulta molto rara da trovare.
B. cinerea è presente in tutti gli areali e per tutta la stagione vegetativa in quanto è in grado di vivere anche per lunghi periodi allo stato saprofitario, cioè a spese di materiale organico di vario tipo; inoltre la sua elevata polifagia le permette di svilupparsi su tantissime essenze, spontanee e coltivate. Quando si generano le condizioni ambientali favorevoli il patogeno diventa molto aggressivo attaccando le piante suscettibili; tali condizioni favorevoli sono date da elevata umidità relativa (superiore al 90%), piogge, bagnature prolungate e temperature comprese tra i 5 e i 30°C, con un optimum registrabile tra i 20 e i 25°C. Per la vite, su acini sani dopo l’invaiatura servono 15 ore di bagnatura con 15°C (regola dei due 15), su acini danneggiati bastano poche ore. Lo svernamento di questo patogeno avviene come micelio su vari residui vegetali, sulla vite avviene tramite micelio presente sulle gemme e sui tralci; raramente si conserva come sclerozi.
Molto importante è evitare di arrecare ferite alle piante e ai frutti in quanto sono vie preferenziali per la penetrazione e l’infezione degli organi.
I danni possono interessare tutti gli organi verdi della pianta. Per la vite i danni principali e più caratteristici avvengono a carico degli acini, questi inizialmente presentano aree bruno-olivastre che dopo pochi giorni sviluppano un marciume di consistenza molle; se la stagione è secca gli acini avvizziscono, mentre con presenza di umidità si ricoprono di una abbondante muffa grigiastra che si diffonde rapidamente agli acini vicini. Su alcuni vitigni l’attacco ha luogo sui raspi (marciume peduncolare), il quale risulta particolarmente aggressivo, causando la caduta del grappolo. L’attacco fogliare è raro e si verifica solo in periodi primaverili molto piovosi mentre sui tralci causa imbrunimenti e necrosi che portano alla morte della parte distale del tralcio. I danni provocati non sono solo quantitativi ma anche qualitativi in quanto interessano i processi di vinificazione conferendo al vino caratteristiche indesiderate, fra le quali la 'cassa ossidasica' (intorbidimento e inscurimento del mosto o del vino a causa di ossidazioni).
Su fragola rappresenta la principale avversità causando spesso gravi danni, tutti gli organi (frutti, fiori, foglie, peduncoli e la corona) possono risultare suscettibili. Sui frutti si sviluppano prima degli imbrunimenti leggeri che evolvono nella comparsa della muffa; sugli altri organi invece causa rapidi disseccamenti.
Su pomodoro causa danni a tutti gli organi aerei della pianta (fusti, foglie, fiori e frutti) che in qualsiasi stadio possono venire colpiti. Gravi sono gli attacchi su pomodoro da mensa coltivato in serra o sotto tunnel, mentre in pieno campo la malattia è meno pericolosa. I frutti colpiti sviluppano un marciume molle e si ricoprono di muffa grigiastra; se colpiti quando ancora verdi si creano degli anelli decolorati che persistono fino alla raccolta e vengono definiti 'macchie fantasma'. Le piantine in semenzaio possono venire colpite pesantemente dalla malattia, fino alla loro completa distruzione.
Per la vite risultano essere molto importanti: forme di allevamento, gestione della vegetazione e potatura verde che favoriscano l’arieggiamento delle piante, riducendo le condizioni favorevoli al patogeno, e ad una migliore penetrazione dei trattamenti fungicidi. Evitare gli eccessi di azoto e irrigazioni eccessive. L’eliminazione delle lavorazioni nella prevendemmia e l’inerbimento fanno aumentare il consumo di acqua e ostacolano l’insediamento della malattia.
Per le orticole sono importanti interventi di arieggiamento delle serre, adeguate distanze tra le piante, distruzione dei frutti infetti, razionale gestione di irrigazioni e concimazioni, massima cura nell'evitare i danneggiamenti alle piante durante le operazioni colturali.
Nella fragola è importante impedire il contatto dei frutti con il terreno (utile quindi la pacciamatura), la rimozione e distruzione immediata di tutti gli organi infetti ed evitare ristagni idrici.
indipendentemente dalla coltura
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