Fungo responsabile, unitamente al meno diffuso Penicillium cyclopium, di danni piuttosto importanti su aglio e più sporadici su cipolla.
Sviluppa colonie dalla colorazione bluastra con margini giallastri.
Le fruttificazioni sono costituite da conidiofori asimmetrici e biverticillati, variamente ramificati, lunghi da 80 a 500 µ, con conidi globosi o subglobosi, lisci di 2,7 x 3,8 µ.
La propagazione della crittogama avviene prevalentemente attraverso i bulbilli commercializzati. Pare infatti non conservarsi troppo a lungo nel terreno e non dispone di molti ospiti alternativi, essendo stato isolato unicamente su bulbilli di scilla e iris.
L’insorgenza della malattia è agevolata dall’eccessiva umidità del suolo e da tutti quei fattori che cagionano la debilitazione delle piante. L’ottimo termico per l’infezione si colloca attorno a 25°C, ma riesce a svilupparsi anche tra i 13 ed i 28°C (i conidi possono germinare anche a temperature più estreme, tra 7 e 31°C).
P. corymbiferum colpisce i bulbi o bulbilli, sia in pieno campo che in fase di conservazione. Durante la conservazione, i bulbi vanno soggetti ad una marcescenza che inizia dalla parte basale degli stessi, o a partire da una lesione in qualsiasi punto, che finisce poi per propagarsi all’intero organo.
I bulbilli colpiti si presentano disseccati, con bulbi che si schiacciano facilmente alla pressione delle dita. Le tuniche esterne e le sottostanti scaglie membranose dei bulbilli si ricoprono di una muffa verdastra od azzurrognola, formata dalle fruttificazioni fungine.
Se i bulbilli contaminati sono utilizzati per la moltiplicazione e trapiantati, la crittogama attacca le tuniche carnose, sino a minacciare l’asse vegetativo interno. Questo provoca la mancata emergenza della nuova pianta o, in alternativa, lo sviluppo di piante piccole, ingiallite, che si riprendono solo in parte nel momento di massimo sviluppo, al giungere della primavera. I bulbi di recente formazione possono essere infettati anche in campo, utilizzando come via di inoculo eventuali ferite (provocate da lavorazioni, attacchi di fitofagi, ecc.); anche attacchi di nematodi e di altre malattie fungine possono favorire l’insorgere di P. corymbiferum.
La massima presenza della malattia e dei danni da essa provocati saranno comunque evidenti in fase di conservazione.
Impiegare esclusivamente materiale di propagazione sano e certificato ai sensi della normativa fitosanitaria vigente.
Effettuare ampie rotazioni colturali.
Evitare i ristagni idrici.
Sgranatura dei bulbi dopo adeguato riscaldamento per evitare possibili ferite.
indipendentemente dalla coltura
1992 - Funghi e batteri - volume secondo
Vengono riportati i risultati di tre prove, condotte in pieno campo negli anni 1990 e 1991, volte a valutare l'efficacia della termoterapia in combinazione o meno con trattamenti di concia chimica su ulbi di iris dormienti (cv Ideal e White ...
1990 - Lotta contro funghi e batteri - volume secondo
Vengono riportati i risultati di cinque prove, condotte in serra e in pieno campo, volte a valutare l'efficacia della termoterapia in combinazione o meno con trattamenti di concia chimica su bulbi di ris (cv White Wedwood e Ideal) ...
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