Fungo responsabile della Peronospora del Cavolo, patologia comune sul territorio italiano e particolarmente dannosa su semenzai di cavolfiore e cavoli in genere. Infetta inoltre una vasta gamma di Crucifere, coltivate e spontanee. Si tratta di un Ficomicete con conidiofori formati da un ramo piuttosto rigido che, ramificandosi più volte dicotomicamente, origina ramificazioni ricurve con parti terminali appuntite. Gli spornagio-conidi sono globulari-ovoidali, delle dimensioni di 20-22 x 16-20 micron, che germinano grazie al filamento miceliale.
Le oospore sono globose (del diametro di 26-43 micron) e si formano facilmente nelle foglie cotiledonari e nell'ipocotile delle plantule, mentre sono più rare nei tessuti delle piante adulte. E' un parassita stretto, che progredisce solo nei tessuti delle matrici.
P. parasitica si conserva negli anni grazie al micelio e ai conidi presenti nelle piante infette (sia coltivate che spontanee); la perpetuazione del patogeno risulta favorita dalla frequenza con cui vengo ad accavallarsi i cicli colturali delle piante ospiti; il micelio perennante presente nelle radici di rapa destinate alla produzione di seme, può trasmettersi allo scapo fiorale e ai frutti.
La crittogama può inoltre conservarsi per mezzo delle oospore.
Raggiunge il massimo della sua virulenza con andamento climatico umido e freddo, con temperature attorno a 10-15°C; la vicinanza dei semenzai a vecchie piante infette favorisce l'insorgere delle patologia. L'infezione, in condizioni ottimali, ha una durata di incubazione di 4-6 giorni.
P. parasitica può infettare le plantule appena emerse, cagionandone in casi estremi la morte, evidenziandosi soprattutto su quelle piantine che hanno emesso la terza - quarta foglia.
Le foglioline colpite mostrano macchie rotondeggianti, di colore verde chiaro e traslucide in trasparenza, solitamente posizionate negli spazi internervali. In un secondo tempo, le macchie assumono un'aspetto irregolare, di diametro variabile da pochi millimetri a 2 cm, sovente confluenti, dapprima giallastre e poi brune, ricoperte sulla pagina inferiore da una muffa bianco-grigiastra costituita dai conidiofori del fungo. Le foglie gravemente colpite finiscono per accartocciarsi, e disseccare, assumendo un aspetto bruno, papiraceo, finendo poi per cadere.
Le piante adulte, in pieno campo, sono normalmente colpite in maniera meno violenta, manifestando l'infezione con macchie internervali, del diametro di uno o più centimetri, sulle foglie basali più vecchie.
Se l'infezione diviene sistemica, la stessa interesserà gran parte delle superficie fogliare, senza risparmiare gli organi carnosi quali la 'testa' dei cavoli, l'infiorescenza dei cavolfiori e l'asse ipocotile di ravanello e rapa. Su cavolfiore, inoltre, il patogeno può cagionare un forte rallentamento dello sviluppo delle infiorescenze, dando corimbi piccoli ed asimmetrici. Su ravanello possono aversi anche casi di marcescenza della radice, di entità assai grave.
La difesa è orientata anche su criteri prettamente agronomici: efficace aerazione delle serre e dei tunnel ove sono realizzati i semenzai, eseguire semine non troppo fitte, ecc.). Effettuare ampie rotazioni colturali avendo cura di allontanare e distruggere i residui di piante e foglie infette. Curare particolarmente il drenaggio del terreno.
indipendentemente dalla coltura
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