V. albo-atrum e V. dahliae sono patogeni che possono colpire numerose essenze arboree ed erbacee, tra le quali albicocco, ciliegio, noce, olivo, pesco, susino, vite, ecc. Sulle arboree coltivate solitamente non cagiona danni di entità rilevante.
I due patogeni possono sopravvivere nel terreno per lunghi periodi, sia per la loro spiccata polifagia, sia grazie all'elevata resistenza alle condizioni sfavorevoli.
Entrambe sono formate da conidiofori ialini, 2-3 verticillate, con ogni verticillo costituito da 3-4 rami; ognuno di essi è dotato all'estremità una piccola goccia comprendente conidi ialini, unicellulari, elissoidali, delle dimensioni di 6-7 x 2-3 micron.
Le due specie differiscono nella presenza o meno di microsclerozi e nel colore delle ife: ife ialine e formazione abbondantissima di microsclerozi neri, ovoidali di dimensioni variabili da 50 a 150 micron per V. dahliae; ife scure senza formazione di sclerozi per V. albo-atrum.
V. albo-atrum e V. dahliae svolgono la loro azione patogenentica assalendo i vasi legnosi, minandone la capacità di trasporto ascensionale della linfa grezza.
Si perpetuano sia come parassiti sulle piante ospiti, sia come saprofiti sui residui degli organismi arborei morti presenti nel suolo.
A livello del micelio differenziano delle strutture pseudoscleroziali, bruno-nerastre; iniziano la loro esistenza endofitica penetrando nella porzione basale del fusto o nelle radici attraverso lesioni cagionate da insetti o altre cause.
Una volta insediati nei vasi dell'ospite, le crittogame si propagano rapidamente lungo gli stessi, anche attraverso porzioni di ife traslocate dalla linfa.
Procedendo nello sviluppo, i patogeni rilasciano delle sostanze tossiche che a loro volta sono trasportate dalla linfa ascendente; tali sostanze interferiscono con il normale funzionamento dei vasi, cagionando la formazione di 'tilli' che vanno ad occludere i vasi stessi, avvelenando nel contempo le cellule perivasali vive.
Sulle piante arboree l'infezione di V. albo-atrum e V. dahliae si manifesta con un progressivo avvizzimento delle foglie, cui fa seguito il disseccamento dei rami. L'alterazione fa la sua comparsa inizialmente su una o poche branche, per poi diffondersi in un secondo momento alle altre parti della chioma.
L'attacco da parte dei patogeni provoca in certi casi una reazione da parte della pianta, che emette nuovi polloni dalla porzione pedale finendo poi, in ogni caso, per morire.
Sezionando una parte infetta di fusto, i tessuti legnosi manifestano una anormale pigmentazione marrone o verde-nera, con lume interno dei vasi occluso da materiale di consistenza gommosa, frutto del decadimento delle cellule contigue alle trachee.
Asportare e distruggere le piante malate. Adottare materiale vivaistico originato da piante sane. Disinfettare accuratamente il terreno che ha ospitato piante infette. Orientare la scelta varietale su cultivar poco suscettibili o resistenti
indipendentemente dalla coltura
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