L’afide grigio del melo è quello più dannoso per questa coltura, più raramente attacca anche il cotogno. Tra gli adulti distinguiamo l’alata virginopara, l’attera virginopara e il maschio alato. Le femmine alate virginopare sono nere tranne l’addome che è verdastro con una grande macchia scura nella cui parte distale vi sono due bande trasversali; raggiungono i 3 mm di lunghezza. Le femmine attere virginopare sono di colore bluastro, a volte rosaceo, ricoperte di cera grigiastra e sono lunghe 2 mm. I maschi alati hanno sull’addome una macchia a forma di 8.
L’afide compie un ciclo tra l’ospite primario (melo e cotogno) e gli ospite secondari, diverse piante erbacee del genere Plantago; questo tipo di ciclo, con ospiti primari e secondari e con il succedersi di una generazione anfigonica (riproduzione con accoppiamento) e più generazioni partenogenetiche (riproduzione senza accoppiamento), prende il nome di olociclo. L’afide sverna allo stadio di uovo durevole su rami di 2-3 anni; la nascita delle fondatrici (femmine che danno inizio al ciclo) avviene con la schiusura delle gemme e il loro accrescimento procede lentamente. All’epoca della fioritura è presente la prima generazione di fondatrigenie (femmine derivate dalle fondatrici e che vivono sulla loro stessa pianta) e in totale si generano 3-4 generazioni. A partire dalla terza generazione, in genere presente a fine maggio, compaiono delle femmine alate migratrici che abbandonano il melo per spostarsi sugli ospiti secondari (Plantago spp.) e la migrazione continua per circa due mesi, alla fine di giugno le piante di melo risultano disinfestate. Sull’ospite secondario si originano 3-8 generazioni di virginogenie (discendenza delle fondatrigenie alate migrate dall’ospite primario a quello secondario, non vivono insieme alle fondatrici e alle fondatrigenie). Ad inizio autunno appaiono le sessupare ginopare che ritornano sul melo e originano la generazione di anfigoniche (femmine destinate ad accoppiarsi), queste vengono raggiunte dai maschi alati, nati sull’ospite secondario, e dopo l’accoppiamento depongono le uova a contatto delle gemme o nelle anfrattuosità della corteccia di rami di 2-3 anni.
Nonostante il lento sviluppo delle fondatrici le infestazioni compaiono con la loro gravità puntualmente alla fioritura. Le punture causano l’aborto dei fiori e l’accartocciamento delle foglie che ingialliscono, disseccano e cadono. I germogli colonizzati hanno un accrescimento ridotto e presentano internodi raccorciati, anche le gemme subiscono ripercussioni negative sulla differenziazione. I danni più gravi sono quelli che avvengono a carico dei frutti, suscettibili fino allo stadio di frutto noce, che vengono deformati e si ha il blocco dell’accrescimento. Inoltre gli afidi producono melata che imbratta la vegetazione e i frutti con il conseguente sviluppo di fumaggini.
indipendentemente dalla coltura
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