Coleottero xilofago che attacca numerose piante arboree, sia fruttiferi (vite, pomacee, drupacce, kaki, fico, olivo) che forestali (quercia, castagno, noce, ecc.); sulla vite può causare seri danni.
Sinoxylon sexdentatum ha dimensioni di 4-5 mm. Nella parte distale delle elitre sono presenti due spine dall’aspetto conico, lisce e con base circolare, questo carattere serve a distinguere l'insetto dal Sinoxylon perforans, altro bostrico della vite, che ha un aspetto molto simile oltre ad essere leggermente più grande (5-7 mm). Le larve hanno un colore chiaro, forma ricurva con la parte terminale dell’addome rigonfia.
Il bostrico compie una generazione all’anno e sverna come adulto all’interno di cellette scavate nei tralci, negli speroni o in altre piante nei dintorni del vigneto, impiegando anche legno morto o in decomposizione per creare le cellette. Verso metà aprile gli adulti fuoriescono, le femmine creano un escavazione ad anello (galleria di riproduzione) sui tralci morti di almeno due anni o sui resti della potatura in corrispondenza dei nodi. Le femmine creano tre-sei gallerie di riproduzione sullo stesso tralcio o su tralci vicini e, una volta fecondate, depongono le uova al loro interno (da 20 a 65 uova per galleria). Da fine maggio a fine giugno nascono le larve, queste scavano delle gallerie longitudinali ai tralci lunghe 10-15 cm. Dopo circa un mese le larve raggiungono la maturità e si impupano; trascorsi 7-10 giorni fuoriescono gli adulti (da metà luglio a metà agosto). In agosto e settembre gli adulti scavano gallerie di nutrizione, di 2-4 cm, nel tessuto midollare dei tralci in lignificazione. A inizio ottobre formano i cunicoli dove sverneranno.
I danni sono causati dagli adulti, verso fine estate-autunno, che scavano delle gallerie di nutrizione alla base o sui nodi dei tralci dell’annata. Gli attacchi provocano una riduzione del flusso linfatico compromettendo la produzione. Molto gravi sono i danni provocati ai tralci per la produzione dell’annata successiva: questi infatti si spezzano facilmente durante le operazioni di piegatura. L’attacco è da temere in alcune forme d’allevamento e dopo annate con forti gelate invernali che disseccano numerosi tralci o minano la vitalità delle piante.
La lotta si basa sulla rimozione dei tralci secchi e infestati e sulla rimozione e distruzione dei resti della potatura; importante è eliminare i vecchi tralci lasciati per dare sostegno a quelli nuovi. Risulta utile posizionare, appesi ai pali o ai fili del vigneto da metà aprile a metà maggio, fascine esca di tralci per attrarre le femmine pronte a ovideporre; queste fascine devono poi essere rimosse e bruciate a metà giugno, prima della fuoriuscita degli adulti.
indipendentemente dalla coltura
1990 - Tavole Rotonde - allegato alla rivista trimestrale "la difesa delle piante"
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