Questo coleottero è presente soprattutto nelle regioni meridionali e sulle isole e attacca le drupacee: pesco, susino, albicocco, ciliegio e mandorlo. Gli adulti, lunghi 15-28 mm, sono di colore nero opaco con il dorso della prima parte del torace (zona dietro la testa) di colore chiaro con quattro protuberanze puntiformi lucenti. La larva è apoda (senza zampe), di colore bianco giallastra, dalla forma allungata e appiattita con evidente segmentazione del corpo. A maturità raggiunge i 60-70 mm di lunghezza.
Gli adulti superano l’inverno in diversi ripari presenti nel terreno e compaiono a maggio-giugno. Gli adulti si alimentano della vegetazione fogliare e si spostano con dei voli da una pianta all’altra durante le ore più calde. Le femmine depongono le uova isolatamente o in piccoli gruppi negli anfratti del tronco fino ad una altezza di 10 cm da terra oppure nel suolo circostante la pianta. Le ovo deposizioni durano da giugno a settembre. Le uova sono molto suscettibili all’umidità relativa con un livello ideale intorno al 65%, superato tale livello inizia a comparire mortalità fra esse, fino ad essere totale con umidità del 100%. Le larve nascono dopo circa 2 settimane dalla ovo deposizione, quelle nate da uova deposte nel terreno si muovono alla ricerca del fusto o delle radici. Le larve penetrano attraverso la corteccia e scavano gallerie sottocorticali, esse si svilupperanno al loro interno in 1-2 anni dopo aver superato due inverni. Le larve mature scavano una celletta dove dopo due settimane si impupano e dopo tre settimane vi è la formazione dell’adulto; questo fuoriesce e si alimenta per un breve periodo per poi, con l’arrivo dell’autunno, andare a rifugiarsi per superare l’inverno.
Sia gli adulti che le larve creano danni. Gli adulti erodono i piccioli fogliari troncandoli e causando così defogliazioni; danneggiano le gemme e compiono decorticazioni sui rametti ancora teneri e debolmente lignificati. Le larve scavano gallerie sottocorticali nella parte del fusto interrata e nelle radici principali, le gallerie risultano piene di rosura. Gli attacchi interessano le piante giovani, fino a 3-4 anni, e provocano forti deperimenti seguiti dalla morte. Il mandorlo risulta essere il meno suscettibile tra le diverse drupacee e le infestazioni si verificano in genere nelle regioni meridionali e insulari, a volte avvengono anche nelle regioni settentrionali specialmente nelle aree collinari.
Si possono effettuare diversi interventi partendo dall’acquisto di materiale sano e dal mantenimento delle piante in buona salute, in quanto un buon vigore le rende meno suscettibili. Se il capnodio è presente effettuare abbondanti e frequenti irrigazioni per uccidere le larve, dissotterrare il colletto di piante giovani che presentano deperimenti della chioma e circondarlo con una rete metallica a maglia fitta per impedire la fuoriuscita degli adulti, eliminare e bruciare le piante con sintomi di sofferenza generale.
indipendentemente dalla coltura
1969 - Aspetti Igienico - sanitari dei fitofarmaci - volume unico
L'A. riferisce su alcune prove di lotta preliminari contro le larve del Capnodis tenebrionis (L.), effettuate in un vivaio di Peschi dell'oristanese. Dalle esperienze risulta a titolo orientativo che le piantine devono essere disinfestate ...
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