Questo lepidottero tortricde si sviluppa principalmente a spese dei frutti di melo e pero dove causa notevoli danni, ma si può sviluppare anche a spese dei frutti di cotogno, nespolo, kaki e noce; raramente può andare anche sui frutti di susino, albicocco e pesco. Gli adulti sono presenti in due forme: f. typica e f. putaminata. La prima ha le ali anteriori grigio cenere attraversate da striature trasversali più scure, nella parte distale delle ali vi è una macchia ocellare (a forma di occhio) a fondo bruno contornata da due orlature bronzee. Le ali posteriori sono di colore rameico con riflessi dorati. Nella forma putaminata le ali anteriori si presentano totalmente grigie ma con la presenza della tipica macchia ocellare nella parte terminale delle ali; l’apertura alare è di 15-22 mm.
Le larve, con una lunghezza di 18-22 mm a maturità, hanno il corpo giallo rosato con il capo e la parte terminale dell’addome castani. L’uovo è di forma lenticolare, di 1,2 mm x 0,9 mm, con una fascia esterna di colore bianco opalescente alla deposizione, mentre in prossimità della schiusura compare una fascia rossastra.
Lo svernamento avviene come larva matura dentro un bozzolo sericeo posizionato sotto le placche sollevate della corteccia o nelle sue anfrattuosità. In primavera la larva si incrisalida per dare gli adulti al raggiungimento dei 100 gradi giorno (somma dei gradi di temperatura media che dall’inizio dell’anno superano i 10 °C; il primo volo parte da circa metà aprile e dura fino a metà giugno, con un massimo delle presenze a metà maggio. Le femmine depongono le uova singolarmente o a coppie sulle foglie, solo raramente vengono deposte su rametti e frutticini. A seconda dell’andamento climatico le larve compaiono 10-16 giorni dopo l’ovodeposizione e iniziano a compiere una piccola erosione superficiale sui frutti per poi scavare una galleria verso la zona carpellare (dove sono presenti i semi). Le larve dopo 21-30 giorni raggiungono la maturità e si vanno ad incrisalidare sotto la corteccia o nelle sue anfrattuosità, gli adulti compaiono dopo 10-14 giorni. Il secondo volo avviene da fine giugno a tutto agosto e oltre, il massimo delle presenze si ha a inizio luglio. Si avvia così una seconda generazione di larve che raggiungono la maturità in circa tre settimane. Una parte delle larve nate dalle prime ovideposizioni va in diapausa (riposo per superare i momenti difficili, es. inverno), le altre larve si incrisalidano per dare il via ad un terzo volo di adulti con presenza massima a fine agosto; questi adulti generano una terza generazione di larve che si sviluppa sui frutti in maturazione, le larve si vanno poi a riparare nei rifugi per trascorrere l’inverno.
Le larve di carpocapsa sono carpofaghe (si sviluppano a spese dei frutti), solo raramente compiono piccole erosioni sulla pagina inferiore delle foglie. In genere le larve penetrano dalla cavità calicina o da quella peduncolare, comunque possono penetrare anche da altre parti. Con frutti già abbastanza sviluppati le larve penetrano, in genere, in punti in cui il frutto è a contatto con una foglia o un rametto; la larva compie una piccola rosura superficiale per poi penetrare e scavare una galleria verso le logge carpellari per divorare i semi. Durante l’escavazione la rosura e gli escrementi vengono spinti verso l’esterno fuoriuscendo dal foro di entrata della larva. Nei frutti in maturazione le larve penetrano direttamente nella polpa e fuoriescono più volte attaccando più frutti prima di arrivare alla maturità. L’attacco porta alla perdita dei frutti in quanto cadono, anche in presenza di cicatrici superficiali, dovute ad attacchi iniziali interrotti, il frutto subisce un pesante deprezzamento. Anche i frutti di noce possono essere interessati dagli attacchi, la larva scava prima una galleria nel mallo (parte più esterna di colore verde) per poi penetrare nel seme e divorare il gheriglio (parte commestibile della noce). A volte anche le drupacee (es. pesco) possono essere attaccate, in particolare le varietà tardive di pesco; i danni comunque risultano economicamente scarsi.
Applicare i metodi di confusione e disorientamento sessuale.
È in sperimentazione l'applicazione di reti antinsetto per evitare che la carpocapsa arrivi sulle piante.
indipendentemente dalla coltura
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