Nottua di origine subtropicale diffusa in Europa, Asia, Africa, America meridionale e centrale. é una specie estremamente polifaga, riscontrabile su insalate, barbabietola da zucchero, pomodoro, patata, asparago, erba medica, mais, tabacco, cotone, essenze spontanee, ecc.
Gli adulti hanno ali anteriori grigio-giallastre caratterizzate da una macchia orbicolare giallastra e da una lunula brunastra localizzata all'interno di una chiazza reniforme giallo ocra. Le ali posteriori sono di colore bianco, semitrasparenti con nervature e bordi brunastri. Raggiungono un'apertura alare di 25-30 mm.
Le uova sono cupuliformi, di 0,5 mm di diametro, con costolature radiali; sono deposte in ovature ricoperte di peli biancastri.
Le larve, con corpo sensibilmente assottigliato nella parte anteriore, sono di colore variabile dal verde chiaro al grigio, al bruno per quelle che conducono vita gregaria, con due linee laterali giallastre bordate in nero nella parte superiore. Le larve mature raggiungono i 25-28 mm di lunghezza.
Le crisalidi, di colore brunastro e 15 mm di lunghezza, hanno la parte ventrale tendenzialmente verdastra e cremaster dotato di due paia di spine (quelle distali sono molto sviluppate).
Il volo degli adulti, migranti dalle zone più calde, avviene in maggio-giugno. Le femmine depongono oltre 1700 uova sulla pagina inferiore delle foglie, creando ovature di 10-200 elementi che ricoprono poi con i peli del proprio addome.
Durante le prime età le larve vivono raggruppate sotto trame di fili sericei per poi disperdersi al raggiungimento degli stadi di sviluppo più avanzati. La maturità viene raggiunta in 15-20 giorni, dopo 5 stadi di sviluppo, quindi avviene l'incrisalidamento. Questo è eseguito nel terreno, all'interno di celle terrose di forma ovale, da cui scaturiranno gli adulti dopo 8-10 giorni. Negli areali italiani si hanno 3 generazioni annuali con cicli di sviluppo di circa 30 giorni e svernamento allo stato di crisalide.
Il danno è causato dalle larve che si nutrono dell’apparato fogliare di numerose piante, cagionando forti diradamenti della coltura, riduzione della superficie fotosintetizzante e conseguente perdita quantitativa e qualitativa di produzione.
indipendentemente dalla coltura
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