Questa psilla vive abitualmente a spese del melo, ma si può ritrovare anche su cotogno, pero e sorbo.
L’adulto ha una colorazione variabile a seconda della stagione, dal verde al bruno-rossastro. Hanno il capo allargato con coni frontali allungati e divergenti; il protorace (parte dorsale del primo tratto del torace) è verde nei maschi e rosso nelle femmine; sull’addome sono presenti delle marcature trasversali tra un segmento e l’altro. Le dimensioni sono di 2,6-2,9 mm.
Le neanidi sono giallo-verdastre con bande trasversali nere e occhi rossi.
L’uovo è ovale-allungato, bianco appena deposto per diventare poi aranciato e alla fine rosso scuro; alla base vi è un corto peduncolo conico mentre alla sommità vi è un filamento ricurvo.
L’insetto sverna come uovo, presente nelle solcature trasversali delle lamburde fiorali. A inizio aprile nascono le neanidi e gli adulti compaiono in maggio-giugno. Gli adulti possono rimanere sul melo o spostarsi su delle latifoglie (olmo, nocciolo, quercia) per passare l’estate (estivazione) senza alimentarsi. In agosto-settembre si accoppiano e depongono le uova sull’ospite originario (melo), chiudendo il ciclo.
Le neanidi ad inizio stagione infestano le gemme ingrossate dei rametti a legno e a frutto e i corimbi dei fiori non ancora aperti. Dalle gemme infestate si originano dei germogli con accrescimento stentato e con foglie ingiallite e contorte, mentre l’attacco ai fiori provoca il loro avvizzimento, questi rimangono attaccati per diverso tempo. Le neanidi e le ninfe producono anche melata che imbratta le foglie causando ustioni su di esse e il successivo distacco dei tessuti colpiti. Fortunatamente in Italia non provocano gravi danni, mentre nelle aree del centro Europa sono un problema ben più serio.
indipendentemente dalla coltura
2002 - Funghi, batteri, virus - volume secondo
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