Lepidottero tortricide, diffuso in tutta Italia ma soprattutto nelle regioni meridionali, è uno degli insetti più pericolosi per la vite; attacca anche il ribes e altre essenze spontanee limitrofe ai vigneti.
L’adulto è una farfallina di circa 10-12 mm di apertura alare, con ali anteriori cosparse di chiazze brune miste ad altre di colore grigiastro o bluastro dall'aspetto marmorizzato. Il campo basale, bruno-verdastro, è limitato da una banda scura. La parte mediana del bordo costale è caratterizzata da una banda scura trasversale che va restringendosi fino al bordo posteriore. Le ali posteriori sono di colore grigio.
Le larve raggiungono la lunghezza di circa 9-10 mm, di colore variante da giallo-verdastro a bruno, con arre setifere più chiare. Il capo è giallo-bruno, la placca protoracica brunastra, quella anale dello stesso colore del corpo.
Le uova sono lenticolari (0,7 x 0,6 mm), sono leggermente più piccole rispetto a quelle di E. ambiguella, di colre dapprime giallastro e successivamente grigio chiara. Sono deposte singolarmente su bottoni fiorali, rachide, pedicelli e acini.
La tignoletta supera l’inverno allo stadio di crisalide dentro ad un bozzolo sericeo posizionato tra le anfrattuosità della corteccia della vite e tutori eventualmente presenti; in totale compie dalle 2 alle 3 (in meridione) generazioni all’anno. Dalla metà di aprile fino a fine maggio vi è il primo volo degli adulti, dopo pochi giorni l’accoppiamento le femmine depongono le uova su bottoni fiorali e rachidi. Le larve che nascono danneggiano i fiori e dopo la sfioritura si incrisalidano per poi dare gli adulti 10-14 giorni più tardi. Gli adulti del secondo volo compaiono tra fine giugno e metà luglio e dopo gli accoppiamenti le femmine depongono le uova sugli acini, trascorsi 4-6 giorni compare la seconda generazione; queste possono incrisalidarsi o generare una terza generazione, in questo caso gli adulti del secondo volo compaiono tra metà agosto e fine settembre.
La prima generazione di larve si nutre a spese dei grappoli fiorali, danneggiando i singoli bottoni fiorali; in genere questa generazione non crea grossi danni in quanto non è molto numerosa e il danno ai singoli fiori è sopportabile. È possibile osservare all’interno dei grappolini dei nidi sericei formati dalle larve. Le larve di seconda generazione si nutrono a spese degli acini, queste vi entrano e li svuotano; gli acini attaccati si presentano bruni e disseccati, è possibile osservare i fori di penetrazione ed eventualmente i ripari sericei all’interno del grappolo. L’attacco ai frutti risulta essere particolarmente dannoso sulle uve da tavola; sull’uva da vino invece favorisce l’insediamento della muffa grigia (botrite), del marciume acido e delle vespe. L’attacco della eventuale terza generazione è identico, per danno e gravità, a quello della generazione precedente.
indipendentemente dalla coltura
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