2007
7
Colture specializzate minori, la mancanza di dati sugli agrofarmaci ostacola il commercio
Fao, primo vertice mondiale di 300 esperti per verificare come la carenza di prove sperimentali condotte su colture specializzate minori incida sulla loro commercializzazione

Fao, il commercio delle colture specializzate
Oltre 300 esperti di sicurezza delle colture e gestione degli agrofarmaci si sono incontrati presso la Fao - per la prima volta al mondo - per discutere dei rischi connessi con l’impiego di agrofarmaci su coltivazioni specializzate come l’aglio, lo zenzero ed il peperoncino. Contrariamente alle coltivazioni estensive, come mais, frumento, cotone e riso, le colture specializzate sono tradizionalmente prodotte in quantità relativamente limitata, a causa del fatto che gli studi sull’impiego corretto dei pesticidi su queste colture non sono stati sistematici e rigorosi come per le principali coltivazioni commerciali.
Questo pone dei problemi per i produttori, molti dei quali si trovano nei paesi in via di sviluppo, che faticano per esportare i propri prodotti sui mercati esteri dove per le importazioni sono in vigore rigorose norme di sicurezza.
Una questione non secondaria
Il commercio internazionale delle coltivazioni specializzate è in piena espansione a causa dell’aumento delle migrazioni umane che hanno diffuso gusti una volta regionali in ogni angolo del pianeta e alle moderne tecniche di conservazione e trasporto, che permettono ai dettaglianti di soddisfare questa nuova domanda dei consumatori. Secondo le stime Fao le esportazioni di prodotti agricoli non tradizionali è del valore di oltre 30 miliardi di dollari all’anno, con il 56 per cento di questo commercio nei Paesi in via di sviluppo.
“Per alcuni paesi e colture, come i fagioli verdi in Kenya e i frutti esotici in Malesia, queste cosiddette coltivazioni “minori” non sono affatto secondarie – perché da esse dipendono molte economie nazionali”, dice Gero Vaagt, esperto della Divisione Fao Produzione e protezione delle piante.
Ostacoli al commercio
Ma con l’irrigidimento degli standard di importazione destinati alla protezione della salute umana, i produttori possono incontrare grosse difficoltà.
Uno dei problemi maggiori è la penuria di dati, a livello internazionale, in termini di impiego sperimentato di agrofarmaci nelle coltivazioni specializzate.
La registrazione è il processo in base al quale le autorità nazionali valutano quali agrofarmaci possono essere utilizzati dai coltivatori ed in che modo. Se l’impiego di un pesticida è permesso in alcune specifiche colture, sono fissati i limiti massimi residuali per stabilire la quantità di pesticida che un prodotto, per essere sicuro, può contenere.
Per avere l’approvazione, i produttori di agrofarmaci conducono di norma numerosi test sul campo e studi i cui risultati sono poi utilizzati dagli organi di controllo per decidere se approvare e registrare o meno un pesticida. Tuttavia, poichè questo implica costi non indifferenti, i produttori tendono a concentrarsi esclusivamente sui agrofarmaci usati nelle coltivazioni principali.
“Ci sono pochi incentivi finanziari per le ricerche sull’uso dei agrofarmaci nelle coltivazioni minori, e di conseguenza mancano i limiti massimi residuali, specialmente a livello internazionale”, spiega Shivaji Pandey, direttore della Divisione Produzione e protezione delle piante.
“Ciò significa che quando una coltura specializzata arriva su un mercato d’importazione rischia di essere respinta. I residui di pesticida contenuti avrebbero potuto essere usati in maniera corretta e sicura, ma poiché il loro uso non è registrato per quella data coltura, falliscono la prova del nove della tolleranza zero”.
Il primo incontro a livello mondiale
“Il vertice di questa settimana rappresenta davvero il primo incontro a livello globale sulle colture specializzate e su un minore impiego di agrofarmaci”, ha detto Pandey. Nel corso dell’incontro sono previsti due giorni di formazione pratica per la diffusione delle conoscenze e la costituzione di capacità tecniche nei partecipanti, che provengono da oltre 60 Paesi.
“Quello che cerchiamo di fare è di trovare il modo di armonizzare e rendere più efficienti le misure di protezione per queste coltivazioni e far sí che corrispondano alle esigenze dei coltivatori, facilitino il commercio, assicurino la sicurezza igienico-sanitaria alimentare e ambientale, e beneficino i consumatori”, ha proseguito Pandey.
In particolare, dopo questo vertice, la Fao spera che vengano maggiormente impiegati i limiti massimi residuali per l’impiego dei agrofarmaci nelle colture specializzate stabiliti dal Codex Alimentarius. Il Codex è un organismo Fao/Oms che fissa gli standard internazionali per la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, sui quali si basa l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) quando si tratta di risolvere dispute commerciali su sicurezza igienico-sanitaria alimentare e tutela dei consumatori.
Questo vertice mondiale è organizzato dalla Fao in collaborazione con il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ed il suo progetto IR-4 e con l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente.
Questo pone dei problemi per i produttori, molti dei quali si trovano nei paesi in via di sviluppo, che faticano per esportare i propri prodotti sui mercati esteri dove per le importazioni sono in vigore rigorose norme di sicurezza.
Una questione non secondaria
Il commercio internazionale delle coltivazioni specializzate è in piena espansione a causa dell’aumento delle migrazioni umane che hanno diffuso gusti una volta regionali in ogni angolo del pianeta e alle moderne tecniche di conservazione e trasporto, che permettono ai dettaglianti di soddisfare questa nuova domanda dei consumatori. Secondo le stime Fao le esportazioni di prodotti agricoli non tradizionali è del valore di oltre 30 miliardi di dollari all’anno, con il 56 per cento di questo commercio nei Paesi in via di sviluppo.
“Per alcuni paesi e colture, come i fagioli verdi in Kenya e i frutti esotici in Malesia, queste cosiddette coltivazioni “minori” non sono affatto secondarie – perché da esse dipendono molte economie nazionali”, dice Gero Vaagt, esperto della Divisione Fao Produzione e protezione delle piante.
Ostacoli al commercio
Ma con l’irrigidimento degli standard di importazione destinati alla protezione della salute umana, i produttori possono incontrare grosse difficoltà.
Uno dei problemi maggiori è la penuria di dati, a livello internazionale, in termini di impiego sperimentato di agrofarmaci nelle coltivazioni specializzate.
La registrazione è il processo in base al quale le autorità nazionali valutano quali agrofarmaci possono essere utilizzati dai coltivatori ed in che modo. Se l’impiego di un pesticida è permesso in alcune specifiche colture, sono fissati i limiti massimi residuali per stabilire la quantità di pesticida che un prodotto, per essere sicuro, può contenere.
Per avere l’approvazione, i produttori di agrofarmaci conducono di norma numerosi test sul campo e studi i cui risultati sono poi utilizzati dagli organi di controllo per decidere se approvare e registrare o meno un pesticida. Tuttavia, poichè questo implica costi non indifferenti, i produttori tendono a concentrarsi esclusivamente sui agrofarmaci usati nelle coltivazioni principali.
“Ci sono pochi incentivi finanziari per le ricerche sull’uso dei agrofarmaci nelle coltivazioni minori, e di conseguenza mancano i limiti massimi residuali, specialmente a livello internazionale”, spiega Shivaji Pandey, direttore della Divisione Produzione e protezione delle piante.
“Ciò significa che quando una coltura specializzata arriva su un mercato d’importazione rischia di essere respinta. I residui di pesticida contenuti avrebbero potuto essere usati in maniera corretta e sicura, ma poiché il loro uso non è registrato per quella data coltura, falliscono la prova del nove della tolleranza zero”.
Il primo incontro a livello mondiale
“Il vertice di questa settimana rappresenta davvero il primo incontro a livello globale sulle colture specializzate e su un minore impiego di agrofarmaci”, ha detto Pandey. Nel corso dell’incontro sono previsti due giorni di formazione pratica per la diffusione delle conoscenze e la costituzione di capacità tecniche nei partecipanti, che provengono da oltre 60 Paesi.
“Quello che cerchiamo di fare è di trovare il modo di armonizzare e rendere più efficienti le misure di protezione per queste coltivazioni e far sí che corrispondano alle esigenze dei coltivatori, facilitino il commercio, assicurino la sicurezza igienico-sanitaria alimentare e ambientale, e beneficino i consumatori”, ha proseguito Pandey.
In particolare, dopo questo vertice, la Fao spera che vengano maggiormente impiegati i limiti massimi residuali per l’impiego dei agrofarmaci nelle colture specializzate stabiliti dal Codex Alimentarius. Il Codex è un organismo Fao/Oms che fissa gli standard internazionali per la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti, sui quali si basa l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) quando si tratta di risolvere dispute commerciali su sicurezza igienico-sanitaria alimentare e tutela dei consumatori.
Questo vertice mondiale è organizzato dalla Fao in collaborazione con il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ed il suo progetto IR-4 e con l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente.