2019
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Autorizzazioni eccezionali prodotti fitosanitari: il punto
Endoterapia con prodotti di origine naturale per il verde pubblico, continua l'emergenza cimice asiatica anche sulla soia
Nella sessione pre-pasquale del Servizio fitosanitario nazionale del 16 aprile scorso, è stato sancito lo stato di emergenza fitosanitaria per alcune essenze arboree ornamentali utilizzate sempre maggiormente nel verde pubblico e per l’oramai onnipresente cimice asiatica che sin dallo scorso anno è diventata un flagello anche per la soia.
Il trattamento delle piante arboree da difendere viene effettuato mediante iniezioni nel sistema vascolare ascendente di formulati caratterizzati da elevata solubilità in acqua e contenenti sostanze attive solitamente con spiccata sistemia acropeta. Il principio attivo in breve tempo viene traslocato nelle foglie dove viene a contatto col fitoparassita da controllare. Il tutto avviene in completa assenza di deriva e l’unico impatto ambientale è costituito dai residui dell’insetticida nelle foglie che, nel caso di alberi a foglia caduca, quando raggiungono il terreno a fine stagione, sono quasi sempre completamente degradati.
Il rovescio della medaglia è costituito dalla necessità di scegliere accuratamente la formulazione in quanto non tutte le essenze ben sopportano i trattamenti “per via endovenosa” e di avvalersi di personale ben preparato e attrezzature all’avanguardia. La scelta dell’Azadirachtina, regolatore di crescita di origine naturale - anche se dal punto di vista tossicologico ha tutte le controindicazioni di un prodotto chimico, con ADI (0.1 mg kg/bw/day), ARfD (0.75 mg kg/bw/day), e AOEL (0.1 mg kg/bw/day) – completa il “pacchetto” per il verde pubblico. Le emergenze approvate sono le seguenti.
Endoterapia per il verde pubblico
La pratica dell’endoterapia, che prevede l’iniezione di insetticidi sistemici nel sistema vascolare legnoso delle piante arboree per difenderle da fitoparassiti quali afidi, tingidi e cocciniglie (solo per citare i principali), sembra essere una delle soluzioni fitoiatriche che meglio si addicono alla difesa del verde pubblico, in quanto caratterizzata da impatto ambientale molto limitato.Il trattamento delle piante arboree da difendere viene effettuato mediante iniezioni nel sistema vascolare ascendente di formulati caratterizzati da elevata solubilità in acqua e contenenti sostanze attive solitamente con spiccata sistemia acropeta. Il principio attivo in breve tempo viene traslocato nelle foglie dove viene a contatto col fitoparassita da controllare. Il tutto avviene in completa assenza di deriva e l’unico impatto ambientale è costituito dai residui dell’insetticida nelle foglie che, nel caso di alberi a foglia caduca, quando raggiungono il terreno a fine stagione, sono quasi sempre completamente degradati.
Il rovescio della medaglia è costituito dalla necessità di scegliere accuratamente la formulazione in quanto non tutte le essenze ben sopportano i trattamenti “per via endovenosa” e di avvalersi di personale ben preparato e attrezzature all’avanguardia. La scelta dell’Azadirachtina, regolatore di crescita di origine naturale - anche se dal punto di vista tossicologico ha tutte le controindicazioni di un prodotto chimico, con ADI (0.1 mg kg/bw/day), ARfD (0.75 mg kg/bw/day), e AOEL (0.1 mg kg/bw/day) – completa il “pacchetto” per il verde pubblico. Le emergenze approvate sono le seguenti.
- Tiglio - Eucallipterus tiliae (afide del tiglio)
- Platano – Corithuca ciliata (tingide del platano)
- Leccio - Phylloxera quercus (fillossera della quercia), Nidularia pulvinata (cocciniglia del leccio), Kermes vermilio (cocciniglia della quercia – quella da cui si ricavano coloranti)
- Liriodendro - Illinoa liriodendri (afide del liriodendro)
- Olmo - Erisoma lanuginosum (afide lanigero), Tetraneura ulmi (afide galligeno), Xanthogaleruca luteola (gallerucella dell’olmo)
Cimice asiatica sulla soia
Dopo i disastri sulle piante arboree e arbustive, sin dallo scorso anno si è deciso di fronteggiare Halyomorpha halys – la famigerata cimice asiatica – anche sulla soia, dove la sua presenza è stata correlata alla sindrome dello “stay green”, che impedisce la maturazione della leguminosa costringendo a ritardare la trebbiatura anche sino a ottobre. Come nel 2018, la molecola proposta per il suo controllo è il neonicotinoide acetamiprid, che quell’anno ha già ottenuto l’autorizzazione dall’11 luglio al 7 novembre 2018.Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
- Portale del ministero della Salute sulle autorizzazioni di emergenza.