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Mosca dell'olivo, sì definitivo alla proroga del dimetoato. Ma il prodotto è introvabile

Con il via libera definitivo del ministero della Salute l'utilizzo del dimetoato contro la mosca dell'olivo sarà possibile fino al 28 ottobre 2020

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Una femmina di Bactrocera oleae

Fonte immagine: Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali - Università di Pisa

Mancava solo la firma del ministero della Salute che puntualmente è arrivata a pochi giorni dalla messa al bando del dimetoato. Questa molecola infatti, importante nella lotta alla mosca dell'olivo, sarebbe stata revocata alla mezzanotte del 30 giugno, lasciando gli agricoltori privi di un importante strumento di difesa nell'attuale stagione produttiva. E invece, dopo il parere positivo del Servizio fitosanitario nazionale, è arrivato anche quello del ministero della Salute che con una firma ha esteso l'utilizzo dell'insetticida fino al 28 ottobre 2020.

Per tutti quegli olivicoltori abituati ad affidarsi al dimetoato per la difesa delle olive da Bactrocera oleae sarà dunque possibile continuare ad utilizzare il prodotto fino alla fine della stagione attuale. Il problema, lamentano in molti, è che il prodotto è ormai introvabile nelle rivendite. Molti operatori ne hanno fatto incetta e le aziende hanno smesso di produrlo causa la revoca dell'autorizzazione all'impiego. Con il nuovo via libera sarà ora possibile riprendere la commercializzazione, anche se ancora non si sa quando le rivendite saranno rifornite.
 

I dubbi dell'Unione europea

A decretare la fine dell'era del dimetoato, una molecola considerata cruciale nella difesa dell'olivo, è stata l'Unione europea che il 26 giugno 2019 ha deciso di non rinnovare l'autorizzazione al suo uso contro la mosca dell'olivo.

Le caratteristiche positive del dimetoato sono essenzialmente due: l'elevata efficacia nel devitalizzare gli adulti e le forme giovanili della mosca. E in secondo luogo l'elevata idrosolubilità che permette di eliminare completamente il prodotto dall'olio attraverso lo scarto delle acque di vegetazione.

Ma come ricordato dalla Commissione europea nella sua decisione del 2019 non si può escludere la genotossicità del prodotto e dei suoi metaboliti per le persone e gli altri esseri viventi che dovessero entrarvi in contatto. "Non è stato possibile escludere il rischio di esposizione per consumatori, operatori, lavoratori, astanti e residenti a causa della loro esposizione a residui di dimetoato, del quale non è stato possibile escludere il potenziale genotossico, e al suo principale metabolita ometoato che, secondo le conclusioni della maggioranza degli esperti della valutazione inter pares, è un agente mutageno in vivo".
 

Le alternative al dimetoato

Come abbiamo scritto in questo articolo nel caso in cui il dimetoato non fosse stato oggetto di una proroga le alternative nel campo della difesa insetticida classica sarebbero state due: l'acetamiprid e il fosmet. Il primo è un neonicotinoide, con una elevata sistemia e attività citotropica-translaminare, che tuttavia ha una efficacia incerta. Il secondo invece è un fosforganico, come il dimetoato, che tuttavia lascia residui nell'olio.

Accanto a queste soluzioni, che difficilmente avrebbero potuto rimpiazzare con efficacia il dimetoato, l'agricoltore ha una serie di altri strumenti a partire da spinosad fino all'utilizzo di prodotti rameici, polveri di roccia e funghi entomopatogeni. Strumenti questi che si inseriscono in un approccio alla difesa differente da quello classico, basato sugli effetti curativi del dimetoato.
 

Una difesa coordinata e preventiva

Si deve infatti passare da un approccio curativo ad uno preventivo, che scoraggi B. oleae dalla deposizione delle uova nelle drupe dell’olivo. In vista dell'uscita definitiva del dimetoato dal mercato il prossimo novembre è bene dunque che gli olivicoltori inizino già da oggi a prendere dimestichezza con i nuovi mezzi disponibili e che coordinino le strategie di difesa.

È evidente infatti che se i trattamenti mirano a rendere poco appetibili per la mosca le drupe, il rischio è che le femmine si concentrino su quegli impianti che non sono in quel momento trattati. Ecco perché ci dovrebbe essere un coordinamento tra gli agricoltori al fine di sincronizzare gli interventi di difesa in modo da evitare che i danni da B. oleae si concentrino sugli impianti momentaneamente privi di copertura.

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