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Toscana, il punto sul cinipide del castagno

Il Servizio fitosanitario ha pubblicato i primi risultati del monitoraggio 2020 che mostrano una situazione non allarmante, con poche zone con infestazioni più gravi e una presenza costante degli antagonisti naturali del parassita, anche se alle volte non sono in grado di controllarlo efficacemente

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Una galla di cinipide del castagno

Fonte immagine: Matteo Giusti - Agronotizie

Quale è la situazione del cinipide del castagno in Toscana? Una prima risposta a questa domanda arriva da una nota del Servizio fitosanitario regionale che fa il punto sul monitoraggio realizzato nel 2020.

La Toscana è stata una delle prime regioni italiane ad effettuare la lotta biologica con numerosi lanci dell'insetto antagonista Torymus sinensis in grado di parassitizzare le uova del cinipide portandole a morte.

Una tecnica di controllo che ha portato ad ottimi risultati nel corso degli anni, anche se a volte ci sono state delle recrudescenze, con attacchi del cinipide più intensi in certe zone.

Un problema, quello degli attacchi sporadici gravi del cinipide, che è venuto fuori soprattutto negli ultimi tre anni, dal 2018 ad oggi.

Le situazioni più gravi sono state rilevate nel corso del 2019, quando ci sono state segnalazioni di forti infestazioni locali, con la formazione di galle grandi e numerose in grado di interferire sul normale sviluppo dei getti, con scenari simili a quelli che si vedevano nei primi anni dell'arrivo del parassita tra il 2009 e il 2012.
 
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Così l'azione di monitoraggio è stata intensificata e portata avanti dal Servizio fitosanitario regionale in collaborazione con il Centro di difesa e certificazione del Crea e con le Unioni dei comuni montani e i carabinieri forestali.

In particolare il monitoraggio è stato fatto raccogliendo e sezionando le galle prodotte dal cinipide insieme all'osservazione visiva dei castagneti.

La lotta biologica invece non è stata ripresa perché, come spiega la nota, le analisi delle galle del 2019 avevano mostrato una consistente presenza di antagonisti naturali del cinipide, come altri insetti parassiti (oltre al Torymus sinensis) e funghi entomopatogeni.

I primi dati del monitoraggio del 2020 hanno rilevato infestazioni a macchia di leopardo con zone infestate più o meno circoscritte, con intorno castagneti con un grado di infestazione più basso. In particolare, in base alla presenza di galle e alla loro parassitizzazione da parte di Torymus sinensis o di altri antagonisti sono state individuate tre tipologie di zone.

Zone con galle rare e molto parassitizzate. Si tratta delle zone di Pratomagno, di Montesenario, di alcune località della val di Bisenzio (come Cantagallo e Montecuccoli), dell'Alta Versilia (Camaiore e Gombitelli) e del Casentino (Raggiolo, Fontanuzza, Le Rocche).
In questi castagneti i livelli di parassitizzazione delle galle da parte degli antagonisti sono sempre superiori al 90%, se non prossimi al 100%, ma con tassi di sopravvivenza del cinipide generalmente inferiori al 5% e talora prossimi a zero.

Zone con galle più abbondanti e alti livelli di parassitizzazione. E' la situazione della maggior parte delle zone castanicole della regione, come Lunigiana, Garfagnana, Alta Versilia, Media Valle del Serchio, Bagni di Lucca, Montagna pistoiese, val di Bisenzio, gran parte del Mugello, val di Sieve, val Tiberina toscana, Colline metallifere, val di Merse, Casentino e la gran parte delle località dell'Amiata.
In queste località i livelli di parassitizzazione delle galle sono sempre stati vicini o superiori all'80% o al 90%, con tassi di sopravvivenza del cinipide generalmente inferiori al 10%.

Zone con galle molto abbondanti e poco parassitizzate. Queste situazioni sono le più gravi e sono state rilevate a Montefegatesi nel comune di Bagni di Lucca (Lu), a Villore nel comune di Vicchio (Fi), in alcuni castagneti nei pressi di San Godenzo (Fi), di Castel del Piano (Gr).
In queste zone le galle, molto abbondanti, hanno un livello di di parassitizzazione spesso inferiore all'80% e tassi di sopravvivenza del cinipide compresi tra il 10% e il 40%. Condizioni che fanno presumere attacchi significativi del cinipide anche per il 2021.

Secondo questi primi dati comunque la presenza di Torymus sinensis risulta comunque consolidata in tutte le aree monitorate, anche in quelle in cui i tassi di parassitizzazione si presentano più contenuti.

Per il Servizio fitosanitario nel futuro sarà importante individuare i fattori limitanti che impediscono agli antagonisti naturali di controllare in maniera efficace il cinipide.

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